Revenge – Perplimersi

Il nostro parere

Revenge (2017) FRA di Coralie Fargeat

Un violento assalto da parte di tre uomini lascia Jen priva di sensi, convincendo i criminali che la giovane sia morta. Questa, ripresasi, medita e realizza una atroce vendetta.

Il set estremo è l’unico aspetto affascinante di questa implausibile storia. La protagonista sopravvive ad un volo di decine di metri infilandosi con il ventre in un albero rinsecchito. Non solo si rialza, sia pure ferita e squarciata ma si riprende nel breve volgere di un giorno semplicemente cauterizzando la ferita, come se essere trapassati non comporti la compromissione di alcun organo. Dopo di che l’esplosione di sangue ad ogni proiettile a segno, gli uomini uccisi in modo più o meno atroce seguendo la logica del contrappasso appariranno tutto sommato credibili se si è disposti ad accettare l’antefatto.

Per chi, invece, non nutrisse questi istinti tutto il resto diventa paradossale e assurdo. Le riflessioni sull’empowerment femminile, sulla riflessione dell’exploitation cinema e del genere revenge, lasciano perplessi perchè l’esagerazione non è provocazione, ma solo mancanza di idee. La messa in scena gode di un paesaggio spettrale nella sua abbacinante inospitalità ed è per certi versi accurata e riuscita nelle sue contrapposizioni. Le sequenze efficaci e incisive non sono bilanciate da un controllo della materia che si abbandona ad eccessi nel gioco e nella riproduzione di un mondo troppo venato da luoghi comuni sulla guerra dei sessi.

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