Mine. Solo contro la bomba

Il nostro parere

Mine (2016) USA/ITA di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro

Dovrebbe essere un film italiano, ma non lo è nonostante ci siano due registi italiani alla tolda di comando. Tutto il resto del cast, invece, è spagnolo e a stelle e strisce, a partire dal protagonista Arnie Hammer che regge il film interamente sulle sue spalle, al centro di ogni ripresa.

Due cecchini dell’esercito americano vagano nel deserto dopo un tentativo di omicidio fallito, nel tentativo di raggiungere il luogo dove saranno ripresi dai compagni. Nel loro viaggio, però, entrano in un campo minato ed uno dei due resta gravemente ferito. L’altro, invece, si blocca dopo aver compreso di essere su una mina. Mentre il compagno si suicida, Mike deve mantenersi immobile sotto il sole terribile, assetato, disperato, in attesa di un possibile soccorso che dovrebbe arrivare dopo oltre 50 ore.

Uno strano incontro con un indigeno, la presenza di un soldatino nella sabbia, l’attacco dei lupi, si mischiano in un insieme di visioni che portano l’uomo a riconsiderare la propria esistenza, l’amore verso la fidanzata, lo stesso significato della guerra. Quando anche i mercenari lo prendono di mira, Mike è allo stremo, obbligato a lottare per la vita ma obbligato a restare fermo, sopra la mina.

Film di tensione, lontanissimo dai canoni classici di casa nostra, ma anzi particolarmente internazionale per stile e respiro, Mine è stato visto come un ulteriore segnale di rinascita del cinema italiano. Più che segnale, direi un segnalino, però, perché non si può eliminare una sensazione di deja vu nella qualità dei dialoghi e nella rappresentazione molto instabile della vita del militare americano in cui convergono le solite tematiche retoriche. Si poteva dare di più.

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