Manicomio – Mondo pazzo

Il nostro parere

Manicomio (1946) USA di Mark Robson

Nell Bowen, una protetta del ricco Lord Mortimer, comincia ad interessarsi delle condizioni del noto ospedale Bedlam. Incoraggiata dal Quacchero Hannay, la donna fa di tutto per cercare di migliorare le misere condizioni. Ma il suo nobile intento viene osteggiato dal crudele Maestro Sims.

Manicomio (Bedlam) è solo in parte un buon film come se gli sceneggiatori Val Lewton e (anche il regista) Robson non sapessero come farlo funzionare, a causa della presenza di Boris Karloff: troppo caricaturale in alcuni momenti anche se è interessante la tessitura del mondo esterno. Se Karloff è malvagio, coloro che lo circondano sono persone spregevoli che usano i pazzi per il loro sadico divertimento. I poveri non sono da meno, con lodevoli eccezioni seguono solo il denaro ed il potere in spregio ai diritti umani.

Karloff però non è il protagonista incarnata dalla bella Anna Lee che rinuncia alla ricchezza per prendersi cura del proprio prossimo. Nella seconda metà dell’opera l’atmosfera brutale del manicomio è bilanciata dalla bontà francescana di Anna Lee, fin troppo forzata.

Il mondo tetro e angosciante di Bedlam viene annacquato dal regista che sceglie una via più comoda, rassicurante quando invece poteva sconvolgere lo spettatore spingendo  più sul lato horror.

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