Madres paralelas – Destini incrociati

Il nostro parere

Madres paralelas (2021) SPA di Pedro Almodovar

Janis e Ana diventano madri lo stesso giorno, in una clinica di Madrid. Janis è una fotografa affermata, Ana un’adolescente intimorita. La nascita delle loro due bambine crea un forte legame che evolve in maniera simmetrica.

Un incontro fugace non è mai tale in un film di Pedro Almodovar, ormai fellinianamente riconosciuto con il solo cognome, ed un incontro fugace può essere il detonatore di una vicenda che fa riemergere sempre la verità. Ancora una volta la protagonista è donna ed il suo volto è quello di Penelope Cruz che ha recitato in sette degli ultimi 11 film del regista spagnolo, quasi il suo alter ego femmineo, se non fosse per il volto segnato di Banderas nello splendido Dolor y gloria che lo ha duplicato sullo schermo.

In realtà la Cruz è la summa di tutte le donne dell’autore: nonna, madre, sorella, compagna di vita, sa riassumere in sè il passato ed il presente. Ed è questo il tema del film insieme all’essenza della femminilità. E Almodovar lo affronta senza eccedere nel melodramma, ma proprio per l’asciuttezza di alcuni momenti colpisce ancora di più. Il film conduce lo spettatore nelle parti più nascoste dei personaggi, lasciando che osservino e trasferiscano l’intero evento a se stessi. Grazie al film comprendiamo esattamente come si sentono Janis e Ana. Contemporaneamente ognuno di noi non può sfuggire alla domanda su cosa avremmo fatto al loro posto.

In questo gioco di specularità risiede la sottigliezza del ragionamento sul valore della vita e sull’esistenza. Non c’è un personaggio cattivo in quest’opera. Il dolore piega le persone in diversi modi e la sincerità con cui sanno affrontare le colpe e le responsabilità li riscatta sempre alla fine, per dare loro un’umanità ed una profondità inusuale.

 

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