ll ponte delle spie. Il buon americano

Il nostro parere

Il ponte delle spie (2015) USA di Steven Spielberg

A Spielberg interessa molto parlare dell’uomo comune in circostanze eccezionali. Lo fa in modo particolare quando incontra sul set Tom Hanks che raffigura nell’immaginario collettivo il buon americano che sa tirare fuori il meglio di sé nelle condizioni più difficili.

Questa volta Hanks interpreta James Donovan, un avvocato divenuto famoso negli anni 50 per aver prima difeso una spia russa e successivamente per aver trattato con il blocco sovietico la liberazione di due prigionieri americani.

La vicenda, narrata in modo convenzionale, parte dalla necessità per Donovan di affermare il rispetto della legge e dell’integrità dell’essere umano in qualunque circostanza. La sua etica, quella dell’uomo libero, si contrappone al pregiudizio e all’abuso che si manifesta nei regimi dittatoriali. La tentazione, sempre presente nell’opinione pubblica, di lasciarsi andare agli istinti più bassi, alla negazione dei diritti.

Nonostante la lodevole intenzione, siamo nel campo del prodotto di ottima fattura e professionalità senza, però, alcun lampo o vetta. Il film si innesta quindi nella vasta produzione di Spielberg con solidità ma certo non verrà ricordato come la sua opera più potente e importante.

Vale la pena dire che riguardando la filmografia del regista nel 21mo secolo, si nota una progressiva perdita di originalità convertita ad una curiosità vasta verso i diversi generi cinematografici e la storia nei suoi diversi periodi e sfaccettature. La solidità delle sceneggiature non è accompagnata da visioni ampie e nuove. Spielberg tende a ripetersi.

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Email