Les enfants du paradis. Capolavoro

Il nostro parere

Les enfants du paradis (FRA) 1945

Si tratta di uno dei più grandi film della storia del cinema. Nel cofanetto edito dalla Cineteca di Bologna si può gustare la pellicola nella sua straordinaria grandezza, diviso in due partiche raccontano l’amore tra Garance ed il mimo Baptiste. Il titolo italiano è Amanti perduti, ma si deve verificare con attenzione di non acquistare una versione ridotta del film, devastato dai produttori che hanno negato per lungo tempo al pubblico un capolavoro.

Tutto in questo film è sorprendente e di altissimo livello. Per parlare di questa pellicola bisogna stendere una lunga serie di superlativi. La scenografia è maestosa, la fotografia viva e pulsante, i costumi ispirati e magnifici; la musica di Kosma ricca e magniloquente. Il testo poetico scritto da Jacques Prevert è straordinario, ricco com’è di sfumature, profondità, respiro.

Infine, la regia di Jean Renoir che ha creato un’opera immortale incastonando nel testo immagini e ritmo quasi irripetuti, ha saputo fondere e far risaltare ogni singolo elemento. Il film commuove, ispira, strazia e sorride con te, creando una sintonia ed un coinvolgimento pieni di ebbrezza.

Da citare gli attori. Barrault da al mimo Baptiste dolcezza e malinconia, Pierre Brasseur è istrionico e ammaliante nell’interpretare l’attore Lemaitre; Marcel Herrand è un Lacenaire complesso e cangiante; Arletty fornisce a Garance una bellezza pallida e decisa, capace di cedere al romanticismo ma mai di fronte alla vita. La ricchezza di questi personaggi, davvero immortali, è essere infiniti, capace c0m’è la sceneggiatura di entrare nella loro anima. Talvolta, basta una parola, un gesto per aprire un mondo e capovolgere quanto ci eravamo convinti di capire.

Chi vuole capire il cinema non può fare a meno di vedere questo film.

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