Le 8 montagne

Il nostro parere

Le 8 montagne (2022) ITA di Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch


Pietro e Bruno, amici d’infanzia e ora uomini, cercano di cancellare le impronte dei loro padri. Attraverso le difficoltà della vita, i due finiscono sempre per ritornare a casa, sulle montagne.


Le montagne sono le Alpi italiane e l’Himalaya, intimidatorie e abbaglianti. Sono viste con gli occhi di due uomini che le conoscono bene, si sentono a proprio agio salendo e scendendo i ripidi pendii e hanno assorbito le sfide e le gioie della vita di montagna. Basato sul romanzo best-seller di Paolo Cognetti, il film abbraccia quasi 40 anni, mostrando un’amicizia che dura tutta la vita tra due persone apparentemente molto diverse, uomini che sono diventati amici da bambini e rimangono amici, anche se la vita, il tempo e circostanze, spesso li allontanano. Diretto dai cineasti belgi Charlotte Vandermeersch e Felix van Groeningen, lavora lentamente e pazientemente. Non ha fretta. Questo può essere frustrante per alcuni spettatori, ma il film funziona grazie alla sua lentezza e pazienza. Un film come questo ha bisogno di tempo per stabilire gli elementi costitutivi della relazione e concedere il necessario respiro.

Vandermeersch e van Groeningen, in collaborazione con il direttore della fotografia Ruben Impens, catturano gli umori mutevoli delle montagne, le loro altezze spaventose e le valli vertiginose, il modo in cui l’alba colpisce le cime delle montagne, la ripidità dei pendii. Gli uomini fanno escursioni, percorrendo i sentieri in cima, abissi che si aprono su entrambi i lati.

Sono incluse alcune riprese di droni, ma gran parte delle sequenze di escursioni sembrano essere state fatte con Steadicam, seguendo gli uomini attraverso i loro insidiosi viaggi. Potrebbe essere un cliché dire che le montagne sono il terzo personaggio principale del film, ma è la verità.

Le montagne sono importanti. Il tempo è concesso per permetterci di assorbire l’atmosfera e di conoscere le piste familiari in condizioni climatiche diverse, all’alba, al tramonto, in inverno e in estate. La colonna sonora del compositore svedese Daniel Norgren è un contributo enorme.

L’amicizia sembra reale e questo è fondamentale. Il film non funzionerebbe senza. Ci sono profondità da scandagliare e il film si prende il tempo per farlo. Ci sono relazioni con genitori, donne, finanze e grandi domande come: cosa dovrei fare della mia vita? Sono sulla strada giusta? “L’opera è un promemoria di quanto sia raro vedere un film sull’amicizia maschile che non coinvolga crimini o imbrogli simili a postumi di una sbornia. Alcune persone hanno una vasta cerchia di amici. Altri hanno un solo buon amico, l’amico con cui non ti puoi nascondere, l’amico con cui è sempre facile: anche i litigi non minacciano il legame. Forse un’amicizia come questa deve iniziare durante l’infanzia, prima che tu sappia meglio prima di strizzare gli occhi alle persone che cercano di “controllarle”. I bambini si dicono l’un l’altro: “Vuoi giocare?” senza altre parole necessarie. Se Bruno e Pietro si fossero incontrati per la prima volta da uomini adulti, forse non sarebbe successo. Diventiamo chiusi, fissi nei nostri modi e cauti con gli altri.

 

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