Le 10 spie del cinema

I 50 anni di Bond, ovviamente al vertice di questa classifica, sono da festeggiarsi con una classifica particolare che parla delle spie più famose al cinema. Molti si sono cimentati in questa difficile top ten; quasi tutti si sono limitati agli ultimi dieci anni, ma lo spionaggio è un filone che ha vita ben più lunga di questa. Ci sono diversi ex aequo per cercare di ricordare non solo dei film, ma anche delle epoche.

10. Il giorno dello sciacallo (1973) Il maestro Fred Zinnemann ci introduce alla classica spia che ha un mandato: eliminare un politico e/o personaggio importante. Questa volta è il presidente De Gaulle, ma in altre occasioni il presidente degli Stati Uniti, un politico emergente ecc. ecc. Si poteva anche citare Perchè un assassinio di Pakula che, però, riflette sulle strutture del potere. Lo sciacallo è l’archetipo del Killer misterioso ed implacabile che, dal nulla, appare, uccide e scompare. La sua morte è anche la sua parabola: destinato a restare nell’ombra e nell’oblio anche nella sconfitta.

10. La spia che venne dal freddo (1965) Martin Ritt introduce la figura della spia delusa, disperata e tradita da tutti. Ogni forma di lotta appare inutile. Chiunque vinca, trionfa l’ingiustizia, la violenza, la sete di potere. Solo il senso dell’etica costringe questi personaggi a seguire fino in fondo il proprio destino.

9. Jason Bourne Dal 2002 Bourne, tratto dal romanzo di Robert Ludlum, troneggia sugli schermi con ben 4 film. Prima il volto era quello di Matt Damon, ora la maschera è passata a Jeremy Renner. E’ un filone classico, ricco di adrenalina, poco basato sulla psicologia dei personaggi (che differenza rispetto agli antieroi di Le Carrè!) che si disvelano attraverso le azioni, più che le parole. Spy game sullo smemorato che tenta di ricostruire la propria identità, cancellando le nefandezze commesse in precedenza. Il classico dilemma etico: siamo davvero ciò che facciamo? Esiste la possibilità di redimersi?

9. Ethan Hunt Mission impossible è una serie televisiva americana nata nel 1966. Telefilm di culto, viene trasformato in film da Brian De Palma nel 1996 che partorisce il suo eroe, ovvero Ethan, intepretato in quattro pellicole. La fiction era un tentativo di ricreare l’ambiente tecnologizzato dei film di Bond. Serie altalenante, centrata sempre sull’atletismo di Tom Cruise. Troppe scene improbabili in una sfida all’esagerazione con Bond. Però resta un must, come l’autodistruzione delle istruzioni che il nostro riceve.

8. Nikita (1990) Besson ha inventato un personaggio che unisce la disperazione all’ingenuità, il nichilismo alla tenerezza. E’ l’equivalente al femminile di Bourne, ma Nikita lo supera perchè gioca sul contrasto con le donne raffigurate tipicamente dal genere. Strepitosa la Parillaud, mai più così brava e ammirata.

8. Austin Powers  Mike Myers è andato sul sicuro, sposando il terreno della parodia di genere, creando un modello di spia che si inoltra anche sul campo del costume (la Swinging London). Ha osato molto, puntando spesso sui doppisensi e sull’esplicita volgarità. Ma è talmente camp che sfiora la genialità. Austin Powers resta la madre di tutte le parodie. Serie iniziata nel 1997 e conclusasi nel 2002. Ha smesso prima che diventasse patetico e ripetitivo. Anche questo è un segnale di intelligenza.

7. Jack Ryan Tre attori hanno dato volto al personaggio nel corso degli anni: Alec Baldwin, Harrison Ford e Ben Affleck. Il secondo è stato il più convincente, anche se il miglior film è stato quello d’esordio ovvero Caccia ad Ottobre Rosso (1990). Germinato dalla penna di Tom Clancy, Ryan è la spia che conosce ancora il senso dell’onore, della giustizia e della pietà. Come tutti gli eroi americani ne esce sempre vincente. Forse per questo è un po’ antipatico alla fine.

6. Mata Hari Si tratta forse della più nota spia della storia: personaggio reale e quindi ancora più affascinante per un media quale il cinema.  Molte le attrici che hanno incarnato la ballerina olandese ma Greta Garbo era perfetta per il ruolo. Nessuna poteva aderire perfettamente all’immagine che l’opinione pubblica si era fatta della donna. Il film è del 1931, ma il mito ha attraversato diverse generazioni.

5. Harry Lime Il terzo uomo (1949) è stato scritto da Graham Greene, girato da un maestro come Carol Reed, musicato originalmente da Anton Karas, interpretato magneticamente da Orson Welles. Eppure l’attore appare sulla scena tardissimo, quando il film volge al termine. Nonostante questo, lui è il fulcro della vicenda. Lime è la spia che tradisce, un simpatico mascalzone disposto a tutto pur di garantire la sua vita e raggiungere il denaro. Straordinaria la fotografia, il ricchissimo bianco e nero.

4. La conversazione (1974) Il potente film di Coppola introduce la modernità, la possibilità di controllare la vita degli altri (la citazione del film di Von Donnersmarck è voluta) attraverso microfoni, computer, televisioni, tutto l’armamentario del Grande Fratello. Se consideriamo, poi, il personaggio di Nemico Pubblico (1998) – sempre interpretato da Gene Hackman – come la diretta filiazione dell’Harry Caul coppoliano, abbiamo il quadro completo dell’evoluzione. Ci allontaniamo dall’azione, ma il mondo delle spie diventa davvero inquietante e torbido.

3. Harry Palmer Per molti anni è stato l’anti Bond, l’agente segreto che si sporca le mani, che invecchia poco splendidamente, che cerca di dimenticare i propri peccati,  sforzandosi di fare il proprio lavoro. Cinque film tra il 1965 e il 1996, anche se i primi tre sono gli unici da considerare come realmente significativi. Il terzo poi è stato diretto dall’iconoclasta Ken Russell. Personaggio forse un po’ dimenticato, ma centrale nell’evoluzione della figura della spia nell’industria cinematografica.

2. I film di Alfred Hitchcock Inutile citare un film, perchè tutti quelli in cui sir Hitchcock ha parlato di spie sono capolavori. Qua c’è un brano di Notorious (1946) ma come si fa a dimenticare I trentanove scalini, o Sabotage, o ancora il magnifico Intrigo internazionale (1959), Il sipario strappato ecc. Troppi per non considerarlo un unicum. I suoi agenti segreti sono (quasi) sempre persone che si trovano, loro malgrado, coinvolti in complotti, intrighi e misteri. L’uomo che, involontariamente, deve risolvere un caso di spionaggio è un elemento essenziale del cinema di spionaggio. Il regista inglese è colui che l’ha sempre saputo raccontare.

1. Il mio nome è Bond, James Bond Ovviamente Bond è al primo posto: non per la qualità della sua filmografia, estremamente incostante e diseguale; non per lo spessore delle sceneggiature, talvolta claudicanti o incomplete, non per la bravura degli interpreti, affascinanti ma non particolarmente impegnati. Perchè allora? Perchè Bond è un archetipo e per tale motivo è immortale. Lui non appartiene agli spy film, lui è questo tipo di cinema.

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