Il mondo che verrà – Il freddo tra noi

Il nostro parere

Il mondo che verrà (2020) USA di Mona Fastvold Lerche

All’arrivo della primavera, Abigail incontra Tallie, donna estroversa di straordinaria bellezza, appena trasferitasi con il marito Finney in una fattoria nelle vicinanze. Le due provano a stringere una relazione, riempendo un vuoto nelle loro vite.

La voce fuori campo di Abigail è la voce narratrice di questa dolente storia d’amore tra due donne in una società arcaica e patriarcale che reprime ogni forma di sentimento. Il freddo iniziale sta a simboleggiare il gelo calata nella coppia dopo la morte della figlia. La natura matrigna si affanna a distruggere la vita delle persone portando via affetti e cose, distruggendo ogni speranza.

L’unico raggio di sole viene dall’incontro tra due anime che si riconoscono nell’infelicità. Abigail è una donna disperata (e la regista ce lo ricorda ad ogni scena) e l’amore per Tallie. Tutto questo tumulto emotivo rimane sottotraccia per una precisa scelta stilistica che produce un effetto legnoso. Non che la pensosità sia un difetto tout court ma l’immobilità in cui si dipana la trama chiede uno scarto, un momento di pathos piuttosto che la fredda dissezione di un sentimento.

Manca in qualche modo la chimica del rapporto nonostante gli attori si impegnino intensamente sia nella veridicità delle interpretazioni che nel lavorio interiore, manca una scintilla che scuota dal torpore l’opera che non possiede nè il sentimento della liberazione che il peso della società.

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