Get back – Beatles alive

Il nostro parere

Get back (2021) USA/UK/NZL di Peter Jackson

Tempo fa è uscito un film, Yesterday, in cui si immaginava con tono comico come sarebbe il mondo senza la musica dei Beatles. Ora abbiamo una risposta. A oltre 50 anni di distanza è spuntato fuori un patrimonio inestimabile, ovvero 60 ore di riprese inedite girate nel gennaio del 1969 da Michael Lindsay-Hogg e di 150 ore di audio che dovevano servire per uno show poi sparito dai radar e si è trasformato in Let it be, il film del 1970 con il famoso concerto sul tetto della Apple Records.

Questo è un miracolo. Non si può definire diversamente la visione di Get Back, un documentario di oltre 7 ore mostrato da Disney+ diviso in tre parti. Un miracolo che un tesoro del genere sia rimasto nascosto per così tanto tempo. Il lavoro che Jackson ha compiuto con i suoi tecnici è un altro miracolo per la perfezione della visione, la qualità dell’immagine e del suono e per il lavoro di montaggio che ha reso possibile chiarire punti della storia dei Beatles.

I motivi per vedere questo gioiello sono tanti. Proviamo ad elencarne alcuni:

  • La fonte della giovinezza. Sono passati 53 anni ma loro sono ancora lì, giovanissimi e allegri. Sembrano amici con cui siamo andati a bere un drink la sera prima, compagni di bevute e chiacchiere che spesso sono attualissime. Giovani e felici. Diversi di loro sono morti, non ci sono più. Eppure sembrano rinati, sembrano ancora presenti, tra noi
  • La Storia. I Beatles sono stati Storia come storia del costume, un fenomeno sociologico da studiare. Rivedere il documentario permette di tornare alla fine degli anni sessanta, alla swinging London, a tutto ciò che ora non c’è più
  • Il mito. Vengono svelati molti dettagli intimi dei Beatles. George è tormentato, insoddisfatto e gli altri lo sanno. Non c’è acredine tra loro. Yoko e John sono delle vere colle, sempre appiccicati, ma Yoko assiste silenziosa, accoccolata alle prove, non interviene mai se non per accudire il suo uomo. La straordinaria complicità dei quattro, gli sguardi tra Paul e John che rivelano una sintonia che viene da lontano

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