Everest (2015) USA di Baltasar Kormakur
Un gruppo, formato da persone eterogenee e affidato alla guida di Rob che è il proprietario dell’Adventure Consultants, si accinge a scalare l’Everest. Un altro gruppo è formato dall’alpinista Scott Fischer per una spedizione “turistica”. Arrivati al campo base si trovano altri gruppi, rendendo il tentativo di scalata molto affollato e complicando di conseguenza la preparazione della spedizione. I gruppi decidono di unirsi ma una volta giunti sulla vetta verranno sorpresi da una terribile bufera.
Kormakur è affascinato dalle sfide che l’uomo deve compiere in situazioni estreme. I suoi protagonisti si trovano sempre, infatti, ad affrontare durissime prove che giungono perdipiù inaspettate. Anche in questa circostanza mette i personaggi in condizioni impossibili, affidandosi ad una storia assolutamente vera, osservandoli mentre si dibattono tra la vita e la morte, consapevoli di abbandonare i propri cari, intenti a sopravvivere sfidando quello che non si può sfidare. Il cast, decisamente importante, doveva essere un plus per apprezzare il film. Invece si tratta di un’operazione senza anima, condotta abbastanza bene, ma decisamente didascalica e spenta. Il professionismo non è sufficiente per entusiasmare e la confezione, da sola, non basta.
