Downsizing. Passo falso

Il nostro parere

Downsizing (2017) USA di Alexander Payne

In un futuro prossimo nel quale esiste una tecnologia per rimpicciolire il corpo umano. Paul e Audrey Safranek, marito e moglie oberati da problemi economici, decidono di partecipare al progetto sperimentale di rimpicciolimento, anche perché in questo modo i loro risparmi si moltiplicherebbero enormemente, consentendo loro di fare la bella vita. All’ultimo momento lei cambia idea e lui si ritrova solo, ad affrontare sfide che non aveva previsto. L’incontro con un party lover (Christoph Waltz) e un’attivista (Hong Chau) gli darà nuove prospettive.

Una commedia amara sul futuro dell’umanità poteva essere un’idea originale, applicando lo spirito caustico di Payne alla società americana, affrontando con una prospettiva diversa, l’analisi dei sentimenti umani, dell’affermazione sociale. Come sempre, poi, il regista parte da un loser, una persona che, come tutti i suoi protagonisti, comprende che la propria vita non ha un ancoraggio, un senso cui aggrapparsi. Ci si è affidati all’inerzia, alla passività per giungere ad un porto qualsiasi, semplicemente accettando la deriva.

Il film è però stanco, scarsamente interessante, perso in contemplazioni e dialoghi poco ispirati. Sembra che la passività abbia colpito l’autore che, come i suoi protagonisti, si è lasciato condurre senza imporre una propria idea.

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