Dante – Divin poeta

Il nostro parere

Dante (2022) ITA di Pupi Avati

Boccaccio intraprende un lungo viaggio per portare alla figlia di Dante, un dono simbolico della città di Firenze per risarcirlo del lungo esilio. Il viaggio lo porta ad incontrare molte persone che gli parlano dello scrittore, suo inarrivabile maestro e riferimento.

Un film che è anche la realizzazione di un sogno. Da tempo, infatti, Avati desiderava portare sullo schermo la vita di Dante ma solo ora si è realizzata la condizione, appena dopo aver girato Lei mi parla ancora, un film che è anche l’autobiografia di un dolore: il suo.

Avati sceglie di raccontare Dante e, attraverso la sua vita, estrapolare parte dei suoi poemi e della Divina Commedia, nell’impossibilità di narrare la stessa opera se non per echi e accenni. Il rischio era essere travolto dall’immensità del poema, ma Avati elude il problema usando Boccaccio come personaggio schermo.

A fianco di una rigorosa ricostruzione storica, c’è anche un’enorme attenzione all’opera poetica che viene ripercorsa durante il viaggio che Boccaccio compie per incontrare la figlia del poeta, suora ed ancora in vita, viaggio che è al centro del libro di Avati, testimonianza della sua sincera devozione filologica.

In questa ricostruzione il regista si è avvalso del contribuito di numerosi storici e Dantisti che gli hanno permesso di fornire un ritratto accurato del trecento. definito nel dettaglio la resa credibile di uno scenario storico così particolare come quello del 1300. Il viaggio serve anche a questo poiché la narrazione viaggia parallelamente alla fuga di Dante.

Attraverso il ricordo dei testimoni rimasti in vita Boccaccio ricostruisce la figura del suo maestro permettendo una maggiore comprensione del senso poetico e creando il suo doppio, poiché l’allievo interiorizza il dolore di Dante comprendendo pienamente la grandezza della sua poesia. Non è difficile però replicare ancora una volta i livelli narrativi: Boccaccio è l’alias del regista, anche lui in viaggio per incontrare la grandezza.

Castellitto, nel ruolo di Boccaccio, è commovente e intenso. Vi sono poi numerose partecipazioni eccezionali che impreziosiscono parti del film (Vukotic, Haber, Blanc, Cavina, Cremonini, Beruschi, Lo Verso, Mastelloni, Rigillo, D’Obici, Graziosi) meglio di quanto facciano Sperduti e Gamba, oggettivamente schiacciati dai ruoli ricoperti

La scelta di evocare solo per brani la Divina Commedia, Avati affronta più lo scontro umano e politico della vita di Dante ed è la storia ad occupare un ruolo predominante nell’intreccio, andando a detrimento dei contenuti poetici, parzialmente occultati dietro il profondo dissidio interiore dell’uomo.

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