Janis, l’urlo del rock

Il nostro parere

Janis (2015) USA di Amy Berg

Ci sono personaggi che restano nella memoria collettiva, anche a distanza di anni. Janis Joplin è una di loro e come (purtroppo) tante altre star musicali è morta giovanissima, stroncata dalla droga e dalla infelicità di vivere.

Amy Berg, acuta documentarista, ricostruisce la vita della cantante, partendo dalla sua tristissima adolescenza che, si suggerisce, potrebbe essere una delle cause della sua fragilità psicologica che l’aveva indotta a ricorrere ad alcool e droga per essere libera dai “cattivi pensieri”.

Non è un ritratto originale, questo, poiché attinge ai video che tanti amici hanno girato nel corso degli anni (filmini amatoriali ma anche interviste), molte fotografie, diverse testimonianze dei suoi amici e, la parte più bella, la lettura delle lettere che nel corso degli anni aveva scritto alla famiglia. Da un lato c’è certamente un pezzo di cuore di chi ha amato e ammirato il personaggio, dall’altro una regia non particolarmente vivace che sceglie un registro convenzionale per raccontare la vita di una grande cantante.

Il documentario perciò funziona senza mai decollare, commuove ma resta un oggetto distante. Tranne quando la voce roca, avvolgente e blues di Janis irrompe sullo schermo. E lì c’è la poesia del dolore.

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