Cliffhanger – L’ultima sfida (1983) USA di
Un’operazione di soccorso in montagna si trasforma in una caccia a del denaro rubato che vede coinvolti un ex membro del soccorso e un gruppo di criminali. Stallone deve superare uno shock per salvare le persone che ama.
“Cliffhanger” è un film che non avrebbe mai dovuto vedere la luce. Nato dal caos e dai fallimenti produttivi di Carolco Pictures, la pellicola rappresenta il risultato di una serie di scelte discutibili e progetti abortiti. Inizialmente, Sylvester Stallone avrebbe dovuto interpretare un vicino di casa rivale di John Candy in una commedia scritta e diretta da John Hughes. Dopo la cancellazione di questo progetto, Stallone è rimasto coinvolto in altri due film mai realizzati. Entrambi i progetti sono stati cancellati per divergenze artistiche, riscritture infinite e costi fuori controllo.
In modo inspiegabile, Carolco ha deciso di spendere il doppio del budget per “Cliffhanger”, affidando la regia ancora una volta a Renny Harlin, regista responsabile anche di altri disastri economici. Le incongruenze della trama sono troppe per essere elencate, ma basti dire che Stallone stesso ha ammesso che molte delle scene di stunt sono state ridimensionate dopo che una prima versione del film aveva ricevuto punteggi bassissimi ai test di proiezione.
Le assurdità non finiscono qui: l’uso di un’arma immaginaria come il “Piton gun”, capace di sparare pitoni direttamente nella roccia, sfida ogni logica di arrampicata reale. Inoltre, l’eccessiva violenza di alcune scene — come l’attacco sanguinolento a uno dei protagonisti — e la morte gratuita di animali hanno irritato il pubblico al punto che Stallone ha dovuto spendere $100.000 di tasca sua per rigirare una scena.
Se c’è un punto positivo, è il fatto che il film detiene ancora un record mondiale per la più costosa acrobazia aerea mai realizzata, ma questo è ben lontano dal salvarlo dalla mediocrità. In definitiva, “Cliffhanger” è una pellicola che conferma come le cattive decisioni possano portare al disastro, sia finanziariamente che artisticamente.