Tuo, Simon (2018) USA di Greg Berlanti
Il diciassettenne Simon Spier, omosessuale, non ha ancora detto ad amici e parenti di essere gay. Online si innamora di un ragazzo, che scopre essere uno studente del suo stesso liceo.
L’intento di raccontare l’omosessualità, la paura di fare coming out nell’adolescenza è certamente un buon intento per chi vuol proporre un testo cinematografico. A meno che per realizzare tali intenti si cade nella retorica più becera, nell’utilizzo di trucchi narrativi di bassa qualità, nella solita stucchevole rappresentazione di un mondo che non esiste.
Tuo Simon è troppo uguale a decine di prodotti ignobili che ricorrono in tutti i teen drama del periodo. C’è il solito gruppo di amici, c’è il solito segreto, la famiglia comprensiva e perfetta, qualcuno che ti fa del male, la caduta, l’abbandono degli amici che hai tradito, il riscatto e la felicità. Il tutto accompagnato da musichette insopportabili, frasi sconvolgenti per piattezza, recitazione approssimativa e volgare.
Tuo Simon è tutto questo e anche peggio. Non basta il messaggio per salvarlo.