Zodiac. Chiamale ossessioni

Il nostro parere

Zodiac (2013) USA di David Fincher

Nell’estate del ’69 un serial killer uccise sette persone, tre uomini e quattro donne, lasciando dietro di sé una lunga serie di indizi e tracce (segni indicanti i simboli dello zodiaco, da cui il celebre soprannome) che però non seppero essere utili agli investigatori, incapaci di chiudere il caso e assicurare alla giustizia il colpevole. La ricerca dell’assassino distrugge le vite di poliziotti e giornalisti che si occupano del caso, finchè Robert non decide di scrivere un libro sulla vicenda, venti anni dopo.

Fincher è un professionista coi controfiocchi. Talvolta sa essere geniale, ma non in questo caso. Tuttavia, il livello qualitativo delle sue opere resta sempre altissimo. L’ossessione che invade i personaggi si percepirebbe anche senza alcune scene forti che segnano il film, tanto è sagace lo sguardo della macchina da presa che riesce a leggere “dentro” i protagonisti. La ricostruzione d’epoca impeccabile, le pennellate con cui esprime i caratteri, la tensione emotiva che si respira fanno di Zodiac un buon film, girato quasi come un docu-drama ma sempre pieno di importanti riflessioni metacinematografiche, vedasi i poliziotti che si ritrovano sconsolati al cinema per guardare Dirty Harry.

 

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