The accountant. Supereroe asperger

Il nostro parere

The accountant (2016) USA di Gavin O’Connor

Poliziesco con detection, ma anche thriller spionistico, mélo, action (quasi) à la Jason Statham con parentesi dedicata alla formazione marziale, dramma sui disturbi del neurosviluppo. Film a scatole cinesi con agnizioni che sfidano il (pur legittimo, per lo spettatore) diritto alla sospensione della credulità e colpi di scena sparsi fino alla penultima scena.

The Accountant ovvero un contabile geniale affetto dalla sindrome di Asperger. Lavora per potenti organizzazioni malavitose, ma è anche uno spietato killer di persone cattive che vogliono fare male a lui e ai buoni. La sezione crimini finanziari del Dipartimento del Tesoro non sa neppure chi è questo misterioso personaggio che ogni tanto compare vicino ai boss ma è una giovane analista che lo scopre mimetizzato sotto una serie di piccole aziende che gli servono per coprire il giro di soldi che produce. Dopo l’incipit un po’ macchinoso partono le pistolettate, le esplosioni, l’action puro che si alterna ai flashback in cui l’asperger viene allenato dal padre militare ad essere una macchina da morte.

La credibilità della vicenda è pari allo zero, le motivazioni psicologiche collegate alla sindrome sono appena più che ridicole. Scontati gli errori marchiani della sceneggiatura (il fratello killer come lui che da sadico si trasforma in bonaccione in due nanosecondi è terrificante), l’equilibrio delle scene d’azione appare accettabile, a patto che si dimentichi quanto sopra. Ben Affleck è scarsamente espressivo ma questa fissità è dovuta al ruolo o alle sue caratteristiche attoriali? Un bel dubbio.

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1 Response

  1. aurora scrive:

    e se fosse che Ben Affleck ha veramente la sindrome di asperger che male ci sarebbe? tanti attori sono a loro agio più sul palco che nella vita reale perché li hanno un copione da seguire, nella vita reale non sai cosa ti aspetta!

     

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