Un marito per Anna Zaccheo

Il nostro parere

Un marito per Anna Zaccheo (1953) ITA di Giuseppe De Santis


Andrea, giovane marinaio, conosce la bellissima Anna. I due si innamorano ma sono costretti a separarsi per un po’. Anna trova lavoro presso un’agenzia di foto pubblicitarie. Il direttore, un uomo sposato, la seduce.


De Santis perde parte della sua carica critica e della forza visiva di Riso Amaro con un’opera abbastanza convenzionale cui ha dovuto ricorrere per far ripartire una carriera in difficoltà per motivi censori, un ripiego dopo l’interruzione del progetto agognato (Nostro padre quotidiano). Troppi, infatti, sono gli inserti folkloristici sparsi qua e là con una convenzionalità eccessiva, ben lontana dallo sguardo incisivo dell’autore.

Nonostante la resa dalla Pampanini (dignitosa ma poco magnetica) e il tono troppo caricato del melodramma, De Santis riesce ad inserire osservazioni realistiche sullo sfondo, ad esporre la condizione della donna nella patriarcale società italiana. Questo sguardo è certamente più profondo rispetto alle pellicole coeve e ciò conferisce una dignità complessiva all’opera.

Le scene migliori, che mostrano l’influenza del co-autore Zavattini, sono episodi in cui vediamo Anna provare diversi lavori, come quella in cui un proprietario di un cinema la mostra la tecnica corretta per scortare i clienti ai loro posti usando una torcia elettrica. Le realistiche ambientazioni del quartiere di Napoli sono completate da una colonna sonora, quasi come un’opera, composta da popolari canzoni napoletane.

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