I sanguinari. Ceffi da galera

Il nostro parere

I sanguinari (1955) USA di Lewis R. Foster

L’inizio sfolgorante mostra un’evasione da un carcere di massima sicurezza. Subito dopo il film diviene un dramma da camera in cui gli evasi si rifugiano in un nascondiglio segreto in attesa che le ricerche si interrompano. Ancora una volta poi la prospettiva si modifica ancora con le tappe che descrivono la fuga disperata dei galeotti in un crescendo di violenza. Nei diversi fatti emergono le caratteristiche dei personaggi, uniti solo dal miraggio dei soldi della rapina di uno di loro. La disperazione, la brutalità, la crudeltà di alcuni rispetto agli altri, non li salva dalla fine inevitabile.

Foster gira un noir teso, disperato. Gli evasi non hanno un futuro. Qualcuno di loro ha già rinunciato, sposando il crimine e attendendo la morte. Chi, invece, spera di ricostruirsi una vita si illude, è destinato ad una inevitabile sconfitta. Il loro cammino verso il fallimento è segnato dal male, in un quadro generale triste e malinconico. La lista di sconfitti che i lestofanti incontrano è lunga: donne infelici, famiglie distrutte, bambini  abbandonati.

Gli attori sono tutti caratteristi di ottimo livello, volti spesso noti in altri film e serie televisive. Utilizzati come protagonisti in un film corale forniscono prove di ottimo livello. Il ritmo veloce, l’essenzialità dei dialoghi, il rifiuto dell’orpello estetico fanno di questo film un prodotto riuscito e convincente.

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