Gli occhi di Tammy Faye (2021) USA di Michael Showalter
Negli anni 1970, Tammy Faye Bakker e suo marito Jim creano dal nulla la più grande rete di trasmissione religiosa del mondo. Tuttavia, irregolarità finanziarie e rivali intriganti minacciano di far crollare il loro impero.
L’Oscar ha premiato la Chastain per l’interpretazione ed il premio è doppiamente suo perchè questo film lo ha voluto e prodotto, mettendoci dentro tutto per dare volto ad una donna complessa. L’attrice dà il meglio di sè interpretando Tammy negli ultimi anni, sepolta sotto il trucco (anch’esso premiato con la statuetta) del personaggio che a sua volta era truccata in modo eccessivo. Eppure è notevole nel saper restituire la gamma di sentimenti di una donna tutt’altro che attrattiva per la sua natura.
Questo è però il meglio di un’opera che sposa una linea narrativa convenzionale e rimane sempre sulla superficialità seguendo la donna ma trascurando totalmente gli altri personaggi che scompaiono in una sintesi che sorvola su molti aspetti della vita della Faye (il secondo matrimonio, il rapporto con i figli e chissà cos’altro). Si tratta di una scelta più che legittima ma il film si sviluppa banalmente senza climax. Si preferisce abbracciare la versione migliore (l’accettazione dell’omosessualità ad esempio) della donna perdendo molte occasioni.
Si poteva tentare di capire i personaggi ad un livello più profondo, cercando di aprire gli occhi di coloro che li hanno chiusi (e li chiudono ancora) per lungo tempo. Invece ci si limita ad una predica per contrasto.
