Suburbicon. Apparente serenità

Il nostro parere

Suburbicon (2018) USA di George Clooney

Gardner Lodge vive  con la moglie Rose, rimasta paralizzata in seguito ad un incidente, e il figlio Nicky. La sorella gemella di Rose, Margaret, è sempre con loro, per aiutare. La tranquillità della cittadina entra in crisi quando una coppia di colore, i Meyers si trasferisce nella villetta accanto ai Gardner. L’intera comunità di Suburbicon s’infiamma e si adopra per ricacciare indietro “i negri” con ogni mezzo. Intanto, due delinquenti, irrompono nottetempo nell’abitazione dei Lodge e li stordiscono con il cloroformio, uccidendo Rose.

I Coen hanno scritto e George Clooney ha diretto questa black comedy che vorrebbe essere un trattato di critica sociale ricco di ironia, ma riesce solo parzialmente a raggiungere l’obiettivo. Tutto è molto attrattivo fin dalle prime immagini: il villaggio apparentemente perfetto, le due sorelle gemelle con il volto di Julianne Moore, l’aspetto patinato da rivista anni ’50 con i colori e i vestiti dell’epoca. Il quadro generale predispone ad alte aspettative non mantenute. Il regista affronta e disbriga diverse tematiche ma su nessuna affonda il colpo, diventa realmente affilato.
La confezione accattivante e lo humour nero non diventano insieme potente e credibile. Si apprezza la copertina, ma non si scava nella sua complessità.

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