10 attrici morte nel 2018

Singolarmente, il 2018 non ha visto la scomparsa di mostri sacri tra le attrici, ma una serie di ottime caratteriste, purtroppo poco ricordate. Su tutte la Babette di Stephane Audran e la bellezza sfolgorante di Dorothy Malone, capace di vincere un Oscar per il melò di Douglas Sirk, Come le foglie al vento. Da ricordare anche al cinematografia orientale con due attrici molto diverse tra loro come Sridevi e Kirin Kiki. E’ bello comunque ricordarle

10. Susan Anspach (1942-2018) USA Recitò in diversi spettacoli teatrali, sia a Broadway che nel circuito off-Broadway. Fu la protagonista femminile del musical rock Hair ed ebbe il suo primo ruolo cinematografico di rilievo nel film Cinque pezzi facili (1970), accanto a Jack Nicholson e Karen Black. Nella sua carriera cinematografica, apparve in 19 lungometraggi, fra i quali Provaci ancora, Sam (1972) e 8 film per la televisione. Fu inoltre protagonista di numerose serie televisive.

9. Anna Campori (1917-2018) ITA  Debutta giovanissima, negli anni 20, quando esordisce nella compagnia teatrale paterna. Negli anni 30, a Napoli, conosce l’attore Pietro De Vico, il quale diverrà suo compagno di vita dal 1937 al 2008, anno della morte. Nel 1951 intraprende la carriera cinematografica. Lavorerà spesso al fianco di Totò in Chi si ferma è perduto (1960) e Gli onorevoli (1963). La grande popolarità arriva con l’interpretazione di Giovanna, la nonna del Corsaro Nero, sceneggiato televisivo. Negli anni 70, oltre a continuare la carriera teatrale, partecipa ai film: Storia di fifa e di coltello – Er seguito d’er più, (1972) e Un uomo, una città (1974). Durante gli anni ottanta inizia la lunga collaborazione con il regista teatrale Antonio Calenda. Continua intanto a lavorare per il cinema: nel 1982 partecipa a No grazie, il caffè mi rende nervoso di Lodovico Gasparini. Nel 1991 prende parte al film tv Ladri di futuro, l’ultimo nel quale recita il marito Pietro. In totale ha preso parte a circa 70 film. Nel 2013 Daniele Luchetti la chiama per un’apparizione cameo in Anni felici.

8. Margot Kidder (1948-2018) CAN Iniziò la carriera di attrice, lavorando sui teleschermi canadesi (la CBC), mentre il suo primo film risale al 1973, Le due sorelle, diretto da Brian de Palma. Il suo ruolo più famoso è quello di Lois Lane nel film Superman (1978) e nei suoi seguiti, ruolo che però divenne sempre meno importante, anche per via dei litigi causati dalle scelte di produttore e regista. In seguito la Kidder recitò in due episodi della 4 stagione di Smallville, in cui interpretò l’ambigua Bridgette Crosby. Dopo aver lavorato con Peter O’Toole nella versione cinematografica del Pigmalione, girata nel 1983, iniziò la sua attività di interprete teatrale. Nel 1990 rimase ferita in un incidente stradale e per due anni non poté lavorare. Alla Kidder fu diagnosticato un disordine bipolare che nel 1996 la condusse ad una crisi maniacale assai pubblicizzata dai giornali. È morta il 13 maggio, probabilmente suicida per un’overdose di medicinali e alcol.

7. Anna Maria Ferrero (1934-2018) ITA Assunse come nome d’arte il cognome del padrino, il musicista Willy Ferrero. Nei primi anni Cinquanta, era una delle più popolari ‘ingenue’ del Neorealismo minore. Le sue doti melodrammatiche e la grande naturalezza la resero anche una convincente interprete di personaggi teatrali. A 15 anni fu notata da Claudio Gora, che nel suo film d’esordio come regista, Il cielo è rosso (1950), le assegnò la parte di un’adolescente consumata dalla tubercolosi. Nei film degli anni successivi ricoprì ruoli che caratterizzarono la sua carriera: sfruttata, ricattata e aspirante suicida in Domani è un altro giorno (1951) di Léonide Moguy; vittima nel giallo giudiziario Le due verità (1951) di Antonio Leonviola; ancora vittima, questa volta di un teppista, in Febbre di vivere (1953) di Gora; infelice fidanzatina borghese nell’episodio italiano di I vinti (1953) di Michelangelo Antonioni; servetta altruista in Cronache di poveri amanti (1954) di Carlo Lizzani. In Totò e Carolina (1955) Mario Monicelli le affidò il ruolo della ragazza di paese che non vuole tornare a casa e medita il suicidio perché incinta. L’incontro con Vittorio Gassman significò per lei, allora diciassettenne, l’ingresso sulle scene teatrali. Dopo la fine del sodalizio con il grande attore, ritornò al cinema e ai suoi ruoli di una volta, arricchiti tuttavia di maggiori sfumature. Impersonò una prostituta in La notte brava (1959) di Mauro Bolognini, e una borghese di provincia in I delfini (1960) di Francesco Maselli, in Il gobbo (1960) interpretò la figlia di un commissario infatuata del delinquente che l’ha violentata, e in L’oro di Roma (1961) una ragazza ebrea avviata alla deportazione. Sul set di questo film recitò insieme a Jean Sorel, destinato a diventare suo marito. Nel 1964, abbandonò il cinema.

6. Kirin Kiki (1943-2018) JAP Negli anni ’60 cominciò la sua carriera di attrice esibendosi con lo pseudonimo Yūki Chiho. Raggiunse poi una certa notorietà come attrice televisiva per le sue apparizioni in una serie molto popolare. Nel 1977 partecipò a una diretta televisiva organizzata per festeggiare il cambio di nome dell’emittente Tv Asahi. Durante quella trasmissione vendette all’asta il suo nome d’arte, Yūki Chiho e scelse il nuovo pseudonimo Kirin Kiki. Dopo diversi anni passati tra teatro, televisione e cinema, negli anni ’80 cominciò a lavorare regolarmente con registi noti, come Kon Ichikawa, Seijun Suzuki e Masahiro Shinoda. Nel 2008 il regista Hirokazu Kore’eda la scelse per il ruolo della matriarca Toshiko Yokoyama nel film Aruitemo aruitemo e, in seguito, la volle nel cast di quasi tutti i suoi film. Proprio grazie alla continua collaborazione con Kore’eda, l’attrice raggiunse la notorietà anche a livello internazionale. Nel 2008 è stata insignita della medaglia d’Onore con nastro viola dal governo giapponese e, nel 2014, è stata nominata cavaliere di IV classe dell’Ordine del Sol Levante.

5. Barbara Harris (1935-2018) USA Fece parte del gruppo teatrale “The Second City” di Chicago con Alan Arkin, Elaine May e Mike Nichols. Ebbe grande successo a Broadway sia come attrice che come regista, vincendo nel 1967 un Tony Award alla miglior attrice protagonista in un musical per The Apple Tree. Il suo debutto sul grande schermo risale al 1965, nel film L’incredibile Murray. Si specializzò in personaggi di donne perdenti, come la frustrata Muriel di Appartamento al Plaza (1971), l’aspirante cantante di Chi è Harry Kellerman e perché parla male di me?, che le valse la nomination all’Oscar alla migliore attrice non protagonista nel 1972, la moglie fedele del senatore ne La seduzione del potere (1979). L’apice della carriera è rappresentato dal ruolo della ingenua provinciale che tenta di diventare una diva, cantando il motivo It Don’t Worry Me, nel finale di Nashville (1975) di Robert Altman. L’anno successivo interpretò un altro dei suoi ruoli migliori nel film Complotto di famiglia (1976) di Alfred Hitchcock. Tra gli ultimi film a cui partecipò, Peggy Sue si è sposata (1986) di Francis Ford Coppola.


4. Sridevi (1963-2018) INDIA Popolare a Kollywood, Bollywood, nel cinema in lingua telugu e nel cinema in lingua malayalam. Ha iniziato a recitare a 4 anni, ed ha debuttato nel cinema professionistico alla fine degli anni settanta. Con gli anni è diventata una delle attrici indiane maggiormente affermate negli anni ottanta e nei primi anni novanta, salvo ritirarsi dalle scene nel 1997 per dedicarsi ai figli, avuti dal marito sposato nel 1996, il produttore cinematografico Boney Kapoor. Nel 2011 ha ufficialmente annunciato il suo ritorno sulle scene. Il primo film che la vede impegnata è English Vinglish del regista Gauri Shinde. Durante la sua carriera, ha vinto quattro Filmfare Awards, due per film in hindi (Chaalbaaz del 1990 e Lamhe del 1992), uno per un film in tamil (Meendum Kokila del 1982) ed uno per un film in telugu (Kshana Kshanam del 1991). Muore a Dubai il 24 febbraio, probabilmente per annegamento accidentale.

3. Mary Carlisle (1914-2018) USA Nata in una famiglia di Boston, suo padre è morto quando lei aveva 4 anni. Ha esordito al cinema nel 1923, tuttavia non è accreditata, nel film Long Live the King. “Scoperta” artisticamente da Carl Laemmle Jr. quando aveva 14 anni, negli anni ’30 ha lavorato in molti film presso gli Universal Studios e per la Metro-Goldwyn-Mayer. Nel 1932 è stata selezionata per far parte della WAMPAS Baby Stars. Tra i film per cui è maggiormente ricordata vi sono anche alcuni musical con Bing Crosby. Nel 1942 si è sposata e dopo il matrimonio si è ritirata dal mondo del cinema. Nel 1960 è stata inserita nella Hollywood walk of fame.

2. Dorothy Malone (1925-2018) USA Crebbe a Dallas e iniziò la carriera come indossatrice mentre studiava ancora al liceo. Scritturata dalla RKO, debuttò sul grande schermo nel 1943 nel film The Falcon and Co-Eds e interpretò per un paio d’anni personaggi di secondo piano. Passata alla Warner nel 1945, si mise in luce con un breve ma incisivo ruolo, quello della giovane e occhialuta libraia che discute con Humphrey Bogart nel poliziesco Il grande sonno (1946) di Howard Hawks, ma negli anni successivi recitò in ruoli modesti. Il grande successo giunse alla metà degli anni cinquanta, quando l’attrice e mutò totalmente la propria immagine passando da bruna a bionda. La sua personalità e il suo talento le consentirono di ottenere ruoli più complessi, come la giovane dal fascino torbido nel film Prima dell’uragano (1955) di Raoul Walsh, la spietata e arida ninfomane del melodramma Come le foglie al vento (1956), grazie al quale fu premiata con l’Oscar alla miglior attrice non protagonista, l’attrice alcolizzata in Furia d’amare (1958), e un’agguerrita pioniera nel western Ultima notte a Warlock (1959). Dopo un temporaneo abbandono delle scene verso la metà degli anni sessanta, a seguito di una grave malattia, ritornò sul set ma si dedicò quasi esclusivamente alla carriera televisiva. Tra le numerose serie TV a cui prese parte vanno ricordate Ironside, Ellery Queen e Le strade di San Francisco, ma il ruolo che le diede maggiore notorietà presso il pubblico televisivo fu nel serial Peyton Place. È morta il 19 gennaio, a 92 anni. La sua ultima apparizione fu Basic Instinct (1992).

1   Stephane Audran (1932-2018) FRA Compagna di Claude Chabrol per molti anni, ha legato la sua figura e la sua recitazione a gran parte della filmografia del regista, da I cugini (1958) a Stéphane, una moglie infedele (1968), da L’amico di famiglia (1973), Rosso nel buio (1977) e Violette Nozière (1978) fino a Giorni felici a Clichy (1990) e Betty (1992). Per Les biches – Le cerbiatte (Les Biches) (1968), sempre diretta da Chabrol, ha vinto l’Orso d’argento per la miglior attrice al Festival di Berlino. Diretta da altri registi si è fatta ammirare, fra l’altro, nel Fascino discreto della borghesia (1972) di Luis Buñuel, in Colpo di spugna (1981) di Bertrand Tavernier e ne Il pranzo di Babette (1987) di Gabriel Axel nella parte della protagonista, la cuoca Babette, appunto.

 

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