Siccità – Quello che manca

Il nostro parere

Siccità (2022) ITA di Paolo Virzì

A Roma non piove da 3 anni, e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini dei suoi cittadini. I destini di un autista, un avvocato, un attore e un ex detenuto si intrecciano, mentre lottano per la propria sopravvivenza.

Siccità è un film sull’italianità. Le conseguenze del lockdown hanno ispirato, insieme alla condizione atavica di disordine del nostro paese, la sceneggiatura con una visione dell’Italia molto simile alla realtà di ogni giorno. In fondo, è facile spingersi poco più in là di come siamo ora, immaginando le conseguenze di una prolungata siccità. Ed è altrettanto semplice trovare molte risposte a come reagiremmo.

La realtà semiapocalittica viene vista attraverso un approccio corale ed una molteplicità di personaggi che sovraccaricano il film. La storia perde slancio con così tanti personaggi secondari senza che un protagonista sia in grado di mettere insieme il film.

Le scene del letto prosciugato del Tevere colpiscono per la qualità e dimostrano che Virzì è padrone del suo mestiere. Visivamente Siccità è un gran film anche per l’apporto del cast dove ognuno cerca di restituire la disperazione delle proprie vite all’interno di una nazione che ha perso la bussola, non sa dove andare, vittima della propria cafonaggine e di un individualismo spinto, senza valori o obiettivi.

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