Non così vicino

Il nostro parere

Non così vicino (2023) USA di Marc Forster


Quando una giovane e vivace famiglia si trasferisce nella casa accanto, lo scorbutico vedovo Otto Anderson si ritrova a stringere un’improbabile amicizia che sconvolge il suo mondo.


Interpretato dall’amato Tom Hanks in una performance in bilico tra l’eccentrico e la grandezza, il personaggio di Otto rappresenta l’americano medio, chiuso in un mondo che esclude gli altri, incattivito dagli eventi della vita, ma che conserva un forte ganglio di valori da cui non riesce a distaccarsi neppure se la disperazione l’ha ormai invaso.

L’amicizia con la vicina Marisol è più che prevedibile ma assume importanza grazie anche alla bella prova di Mariana Trevino che possiede una spontaneità contagiosa. Grazie a lei e alla sua testarda generosità che permetterà ad Otto di abbassare la guardia e iniziare a fare tutte le ammende previste. Qui c’è la parte migliore del film oltre ai suoi frequenti tentativi di suicidio che vengono interrotti in modo goffamente divertente.

Il mistero è che tutti i personaggi trattano collettivamente Otto con pazienza e accettazione, come se non fosse volontariamente scortese con loro ogni volta che ne ha la possibilità. Ad esempio, nessuno sa perché i colleghi di lavoro di Otto si preoccupino di organizzargli una festa di pensionamento quando sicuramente non sarà apprezzata o perché Marisol insiste continuamente nel cercare di far emergere il lato buono di lui quando Otto in modo offensivo blocca ogni suo tentativo genuino.

Ma il più grande vantaggio dell’adattamento di Forster è il suo messaggio utile sulle piccole vittorie delle persone comuni che operano come una comunità funzionante e armoniosa contro i mali delle società senza volto.

 

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