Lo Hobbit: la battaglia delle cinque armate. Il visionario dell’epica.

Il nostro parere

Lo hobbit: la battaglia delle cinque armate (2014) NZL-USA di Peter Jackson

Jackson porta a termine la sua personale ricostruzione del mondo della terra di mezzo raccontata da Tolkien. Dopo la magnificenza del Signore degli Anelli, conclude anche questa trilogia e si distacca, probabilmente per sempre, da ciò che ha contraddistinto la sua vita e la sua carriera registica.

Questo sodalizio gli ha portato fortuna e premi ed è difficile dire se lo ha in qualche modo frenato, o se il senso della sua vita artistica è esclusivamente racchiuso in queste trasposizioni.

Fatto sta che il film è potentissimo e incalzante. Ancora una volta una gran parte della pellicola si concentra sulla battaglia citata nel titolo, come nel Ritorno del Re, la guerra intorno a Gondor non è solo il momento catartico in cui i destini si risolvono, ma è anche luogo in cui si concentra la comprensione dei personaggi. Per Jackson la guerra è il momento in cui gli uomini svelano la loro reale natura. Diciamo che si tratta di una visione parzialmente immanentista, ma funziona sullo schermo poiché lo spettatore è travolto e commosso.

Inutile dire che gli effetti speciali sono incredibili, ma bisogna sottolineare la bravura di tutto il cast.  Molti si sono soffermati sui soliti nomi, quindi è bello evidenziare come Lee Pace riesca a ritagliare al suo Thranduil uno spazio particolare.

Dispiace separarsi dagli hobbit dopo così tanti anni. Se non altro dobbiamo ringraziare Jackson di aver dato vita ad un sogno e di averlo perpetrato nella storia del cinema come epica.

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