La guerra di Troia. Omero con i sandaloni

Il nostro parere

La guerra di Troia (1961) ITA di Giorgio Ferroni

L’Iliade rivista dal peplum molti anni prima di vedere Brad Pitt con i pettorali di Achille. Si tratta di un film più che dignitoso realizzato da Giorgio Ferroni, serio professionista. Il ciclo omerico non viene snaturato nonostante si sia operato una semplificazione eccessiva di responsabilità e colpe. Enea, poi, assurge a protagonista donando spazio a Steve Reeves. Questo consente a Ferroni di ricamare in libertà sui personaggi secondari dell’opera letteraria che qui prendono il centro della scena. I fatti epici, invece, vengono utilizzati con saggezza per giustificare le azioni di Enea.

Le scene di battaglia sono di ottimo livello, tant’è vero che molti altri film le ricicleranno negli anni successivi. La critica internazionale è abbastanza positiva anche se non sfugge la recitazione ingessata e la totale mancanza di profondità nel testo. Il successo giunge in diversi stati dell’Europa. Perfino negli Stati Uniti ha avuto riscontri dal box office.

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2 Responses

  1. Riccardo scrive:

    Una travisazione abbastanza snaturata dell’Iliade, che vede un Paride privo di senso, un Achille mimetizzato e un Ettore inesistente. Narrare la guerra di Troia senza Ettore e Achille è come narrare la seconda guerra mondiale senza i tedeschi.

     
    • Ifellini scrive:

      Il cinema di quegli anni aveva altri scopi che la fedeltà all’opera. I fatti storici erano mere occasioni per il divertimento. In questo senso, considerati i pochi mezzi a disposizione, vi è un professionismo di buona fattura. La sua critica comparata dell’opera filmica con quella letteraria ci sta tutta.

       

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