La circostanza – Sentimenti nascosti

Il nostro parere

La circostanza (1974) ITA di Ermanno Olmi

Prendendosi cura della vittima di un incidente, una annoiata rappresentante dell’alta borghesia italiana, inaridita nei propri affetti, riesce a dare nuovi significati alla vita.
Olmi è un regista profondo, le sue analisi sociali sono quasi ciniche nella loro disarmante freddezza anche se le opere più di successo avevano un lato “romantico” che suscitava una forte empatia. La circostanza è un piccolo gioiello per la ricchezza delle notazioni, nella capacità di cogliere i travagli umani con un solo gesto, un momento, una parola che va al di là del significato formale.
L’autore frantuma la narrazione per rappresentare meglio i diversi protagonisti della vicenda. La quieta famiglia borghese vive invece tragedie interiori che non sanno comunicare. Il marito, angosciato dalla perdita del lavoro, deve ricorrere alla raccomandazione della moglie notaio, esponendosi ad un’umiliazione che lascia dei segni. La stessa moglie scopre sentimenti ormai sopiti soccorrendo un giovane motociclista che ha soccorso. E i figli sono senza una guida nel loro percorco di crescita.
Si avvverte un languido senso di vuoto nella mancanza di modelli di vita,  di sentimenti condivisi. Il pessimismo  di Olmi è evidente in una lucida e spietata disanima della borghesia italiana.

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