Il sarto di Ulm. Il cinema di Reitz avanti Heimat.

Il nostro parere

Il sarto di Ulm (GER) 1979 di Edgar Reitz

Film fallito al botteghino che in qualche modo ha spronato Reitz, uscito da una sua crisi personale, ad intraprendere il viaggio di Heimat. Non a caso le stesse tematiche tornano soprattutto nell’Heimat 3. Anche lì un personaggio spinto dalla curiosità sfida il suo piccolo mondo, venendo disprezzato ed ostracizzato dal paese.

Il film è tratto da una storia vera che aveva già ispirato Brecht. Un sarto affascinato dai misteri del volo cerca di trovare il modo di donare questa facoltà anche all’uomo costruendo marchingegni ricalcanti le ali dei volatili. Fallirà miseramente, ma il suo sogno rappresenta la forza interiore dell’uomo.

L’opera è assai statica e quindi lontana dai gusti di un pubblico generalista. Ci troviamo di fronte al classico film che ispira, invece, i critici per la sua riflessività ed introversione.

In effetti, la lunghezza non aiuta a lasciarsi coinvolgere, ma resta un lavoro storico, filosofico e sociologico importante che nobilita l’opera pur senza mai renderla appassionante.

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