Control – Ian Curtis

Il nostro parere

Control (2007) UK di Anton Corbjin

Le esigenze della fama, un matrimonio travagliato e una salute cagionevole segnano il destino del musicista Ian Curtis, cantante del gruppo musicale britannico Joy Division, e di sua moglie Deborah.

Il titolo riguarda il non avere il controllo. Ian Curtis, leader dei Joy Division e morto suicida a soli 23 anni, sembrava non potesse controllare il proprio corpo mentre si esibiva come se un demone si fosse impadronito dei suoi movimenti. Non poteva controllare chi amava o da chi era amato, né l’impulso creativo o l’epilessia che lo colpiva, o i medicinali che lo opprimevano, né l’imbarazzo della sua malattia.

Girato in uno splendido bianco e nero il film è una mise en abime del personaggio musicale e dell’uomo visto dall’interno: Anton Corbijn era il fotografo della band e le memorie pubblicate dalla moglie di Curtis, Debbie, sono alla base di molti episodi narrati.

Sam Riley fa un magnifico lavoro nell’appropriarsi di Ian Curtis senza scimmiottarlo, con una performance sottile e sobria. Il resto del cast fornisce un solido supporto e spicca tra tutti Samantha Morton che sa dare a Debbie fragilità e sensibilità con una forza interiore immensa.

La metà dei brani scelti viene riprodotta nella colonna sonora, ma il resto viene eseguito dal vivo da Riley e dai suoi co-protagonisti. Hanno imparato i loro strumenti da zero, hanno imparato le canzoni e le hanno eseguite dal vivo durante le riprese, rendendo ancora più straordinario il fatto che non solo sia stato realizzato, ma che sembra e si sente completamente convincente.

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