Il cacciatore di taglie. L’ultimo saluto

Il nostro parere

Il cacciatore di taglie (1980) USA di Buzz Kulik

Papa Thorson è un cacciatore di taglie. Se ne va in giro per l’America affrontando personaggi di tutte le risme. La sua compagna, Dottie, aspetta un figlio. C’è però un tale Mason che vuole vendicarsi di lui.

E’ l’ultimo film di Steve McQueen scomparso il 7 novembre 1980, a soli 3 mesi dall’uscita della pellicola. McQueen gira il film già malato, poichè il tumore gli era stato diagnosticato un anno prima. Aveva solo 50 anni.

L’opera è un giallo con venature comiche, molto basato sullo spirito guascone dell’attore e sulla sua fisicità. Nonostante fosse minato da un tumore, infatti, McQueen gira tutte le scene d’azione senza l’aiuto di uno stuntman, com’era peraltro sua abitudine. Lo vediamo penzolare da una metropolitana in movimento, saltando sul tetto delle carrozze con grande abilità.

Il tono sdrammatizzante deciso dal regista destruttura i momenti di tensione e di violenza, ridimensionati ad un livello fumettistico. I personaggi si aggirano con fare macchiettistico con l’eccezione del solo McQueen che mantiene sempre un atteggiamento moderato che si contrappone al recitare farsesco dei comprimari. Piacevole operazione di conservazione del mito dell’attore anche se poco riuscito, Il cacciatore di taglie rimane come ultima espressione di un personaggio, un mito per molti (vogliamo ricordare la canzone di Vasco Rossi?), che sta sbiadendo nel ricordo. Purtroppo.

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