Ho fatto splash. Un bambino adulto che sbeffeggia il mondo

Il nostro parere

Ho fatto splash (ITA) 1980 di Maurizio Nichetti
Dopo il successo enorme di Ratataplan sembrava difficile per Nichetti saper replicare la qualità, la freschezza e l’originalità dell’esordio. Invece, anche la sua opera seconda è stata di alto livello.
Il protagonista, dopo aver dormito per vent’anni davanti al televisore, si sveglia e torna alla vita. Ma la vita non si adatta a lui per la volgarità e la pochezza che non reggono di fronte alla sua anima pura e candida.
Aver dormito davanti al televisore non è casuale. Il personaggio non si adatta alla mediocrità di un’esistenza davanti al televisore, cerca qualcosa che non conosce e sa, ma cerca.
Il suo sguarda da bambino, decisamente troppo cresciuto, svela le menzogne che le persone si raccontano, la distrazione verso l’altro, la negazione della propria meschinità.
Bellissime le scene con Walter Valdi, il rapinatore gentile, e il momento in cui Nichetti riporta a casa le due coinquiline ubriache.
Il finale vede lui e le altre due ragazze in mostra, dentro un recinto, in rappresentazione dei cosiddetti “giovani” in una fiera. Ma alla fine, non sembrano loro i prigionieri, ma tutto il mondo che gli ruota intorno.

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