Gotti – Padrino per sempre

Il nostro parere

Gotti – il primo padrino (2018) USA di Kevin Connolly

Cresciuto nelle strade di New York, il giovane John Gotti si costrusce una posizione nella famiglia criminale dei Gambino, divenendone presto lo spietato ed astuto capo indiscusso.

Biopic abbastanza discutibile per l’impostazione data dal regista. Gotti viene ritratto come uno spietato mafioso, ma sembra che gli elementi positivi (la paternità, il rapporto familiare, il rispetto delle tradizioni) siano predominanti per la descrizione del personaggio. La sua violenza, la spietatezza, il male che ha rappresentato sono sminuiti, secondari quasi. A vedere i morti ammazzati, si direbbe che abbia ucciso solo i cattivi che si meritavano una tale sorte. Invece, sappiamo bene cosa significhi la mafia, il portato di violenza che comporta, il sistema di potere che schiaccia le persone.

Connolly si circonda di discreti professionisti dando spazio solo a Travolta e Stacey Keach. Tutti gli altri sono residuali come personaggi, accidentali quasi alla costruzione dell’intreccio. E se gli attori fanno il loro mestiere, la sceneggiatura non li supporta mai sia per gli errori già sottolineati che per la mancata osservazione del periodo, del contesto che fa solo da sfondo ad una raffigurazione ambigua e pessima del personaggio.

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