Gli uomini d’oro – Colpo grosso

Il nostro parere

Gli uomini d’oro (2019) ITA di Vincenzo Alfieri

Luigi il Playboy è un autista di furgoni portavalori che vede sfumare i propri sogni quando il governo aumenta l’età pensionabile di dieci anni. L’uomo perde la pazienza e pianifica una avventurosa rapina insieme ad altri tre spiantati.
Ispirato ad un fatto vero, Alfieri ha messo in scena un noir tetro e oppressivo che esprime in tre capitoli differenti la storia attraverso lo sguardo dei tre protagonisti fino al tragico finale. Dopo un inizio quasi scanzonato, tipo simpatiche canaglie, il film scivola nel drammatico in modo quasi impercettibile ma inevitabile.

Il tono peggiora gradatamente ma la sceneggiatura dissemina qua e là inquietanti messaggi, squarci di personalità che ci fanno intuire la disperazione di fondo. I due ladri improvvisati sono inizialmente stereotipi ma diventano rapidamente inquietanti per la totale immaturità di fondo, per quanto sono irrisolti come esseri umani. Gli altri due “complici” sono poi altrettanto angoscianti. Alvise è un uomo gretto, solitario che sa dare affetto alla figlia ma appare arido umanamente con tutte le altre persone. Lupo è l’ultimo dei losers che compongono questa storia dove non ci sono vincitori.
Il film è ottimamente recitato ed ha un grande merito nel far recitare Fabio De Luigi e Edoardo Leo, nel senso di farli uscire dai clichè in cui molti (troppi) film li avevano richiusi per dare loro una dimensione notevole. Entrambi, infatti, lasciano da parte mossette e vezzi che li hanno resi famosi per rappresentare due anime oscure, due tragiche solitudini. Tutti sono convincenti ma lo strozzino di GianMarco Tognazzi merita una citazione a parte.

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