Io vi troverò. L’inizio di una banalità

Io vi troverò (2008) FRA di Pierre Morel

Il titolo originale Taken evoca i sequel che si sono succeduti nel corso degli anni. Il primo episodio è assolutamente in linea con i successivi, ossia tanta azione e poca riflessione. L’elemento riflessivo non è neppure degli spettatori poiché appena si mettono d’impegno trovano tante e tali falle nella sceneggiatura da far rabbrividire.

Se, quindi, interessa quante persone riesce ad ammazzare il nostro eroe riportando qua e là graffietti, questo è il vostro film. Se vi serve un passatempo per riempire la serata tra un cibo spazzatura e l’altro, questo è il vostro film. Se volete vedere un bel crollo di credibilità di Liam Neeson, anche in questo caso è il vostro film.
Se non vi riconoscete tra le persone sopra citate, cambiate canale.
Dimenticavo: la trama. Un ex agente segreto,che ha abbandonato tutto perché in crisi di coscienza (crisi che gli passa quando sparacchia gente a destra e manca appena dopo), cerca di recuperare il rapporto con la figlia e l’ex moglie (trascurate per anni ed anni prima di capire che erano loro a contare veramente). Concede perciò alla figlia diciassettenne il permesso di andare a Parigi. Naturalmente, la ragazzina incoccia dopo tre secondi in una banda di albanesi che rapisce ragazze dei paesi occidentali per la tratta delle donne. Perché rischino di rapire ragazzine americane ed europee ricchissime con famiglie e conoscenze alle spalle non si sa, ma tanto loro hanno a libro paga i poliziotti francesi. Chissenefrega. Lui parte per Parigi e li rintraccia in mezz’ora, cominciando ad ucciderli in rapida sequenza. Il finale è scontato, il film pure. Soggetto di Luc Besson che fa girare le porcate agli amici.

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