Equalizer 3

Il nostro parere

Equalizer 3 (2024) USA di Antoine Fuqua


Robert McCall trova un po’ di pace nel sud Italia, dove scopre che molti dei suoi nuovi amici sono sotto il controllo della mafia locale. Ancora una volta, l’ex agente diventare il protettore dei buoni.


Terzo episodio del franchise che ha il pregio di avere un attore del livello di Washington, sempre efficare e coinvolgernte anche se invecchia bene, anche se sembra divertirsi davvero, anche se appare un po’ imbolsito e anche se diventa sempre più improbabile la sua invincibilità. La premessa complessiva non è male. Quante volte possiamo vedere un eroe d’azione che passa a una fase più tranquilla della vita?

La messa in scena punta più sul gore, sulla violenza spesso gratuita, oltre che una visione dell’Italia molto vicina ad alcune nazioni sudamericane dove molti sono corrotti e l’unica vera autorità è quello del narco trafficante. Questa visione induce ad un estremo fastidio nella folcloristica raffigurazione della nostra nazione.

Fingendo di non vedere questo terribile luogo comune, non si può non rilevare una messa in scena piatta. Ancora più fastidiosa è la convinzione off-road che gli Stati Uniti possano risolvere qualsiasi problema del mondo, con una piccola interferenza della CIA e l’invio nel campo dei superguerrienti provvidenziali come McCall. Vorremmo che fosse così facile nella realtà come lo è nel film per risolvere il proprio racconto alla camorra, ma purtroppo sappiamo che questo tipo di “pulizia” radicale è più come un desiderio, o peggio ancora, nei sogni di una soluzione da parte della violenza di alcuni partiti estremisti. E questo rende Equalizer 3 meno divertente.

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