Big eyes (2004) USA di Tim Burton
Burton sorprende (almeno in parte) virando su un biopic abbastanza lontano dalle sue corde. La storia è, infatti, abbastanza classica anche se ci sono elementi di raccordo con la sua filmografia. I grandi occhi del titolo, il mondo fantastico di Margaret espresso in quadri ritraenti solo bambini ricorda le tematiche burtoniane, così come la doppia identità della donna richiama l’altro biopic girato dal regista americano, Ed Wood. Non c’è una sola realtà ma diverse che si sovrappongo le une sulle altre.
L’intreccio è però sviluppato seconda modalità consuete, imbrigliando eccessivamente il talento del regista, capace in passato di opere ragguardevoli. Il film è perciò strutturalmente disomogeneo: a momenti di grande intensità corrispondono altri in cui si perde ogni forma di pathos. Gli attori sono estremamente convincenti, in particolare Christoph Waltz, splendido nel definire un incallito bugiardo e uomo da poco. Amy Adams non gigioneggia ma sa esprimere compiutamente un’anima repressa che finalmente vede la luce.