Alaska. Percorsi interessanti

Il nostro parere

Alaska (2015) ITA di Claudio Cupellini

Fausto, un cameriere, incontra casualmente Nadine, giovane modella, in un hotel a Parigi. Per salvare Nadine, Fausto finisce in carcere. Dopo la prigione i due si ritrovano e si mettono insieme. Fausto, insoddisfatto, vorrebbe emergere. Tra incomprensioni e problemi con la malavita, finalmente l’uomo riesce ad aprire una sua discoteca, l’Alaska, ma perde Nadine che ha subito un grave incidente anche per colpa sua. Le cose precipitano mentre Fausto sembra trovare una nuova speranza nel prossimo matrimonio con una ragazza ricchissima. L’amour fou, però, non lascia scampo.

Si tratta di un film riuscito per alcuni aspetti. Elio Germano è convincente in questo ruolo, capace com’è di lavorare su più toni e registri, abbandonando i difetti dell’inizio quando tendeva a strafare. La maturità gli ha portato maggiore versatilità. La regia è solida e apprezzabile anche se c’è un eccesso melodrammatico nella scrittura dove si gioca la carta dei sentimenti estremi (un po’ abusata in realtà nel cinema italiano). Tuttavia, il film non si perde mai, mantiene salda una rotta e fornisce un quadro generale interessante. Al netto di intuizioni sociologiche che non vengono neppure tentate, la regia si focalizza sui due personaggi marcandoli stretti, seguendo la loro evoluzione con una macchina da presa oppressiva e inquisitoria. Il pubblico studia i movimenti del volto, gli sguardi più che ragionare sulle azioni. Cupellini si presenta come un regista interessante.

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