Favolacce (2020) ITA di Damiano e Fabio D’Innocenzo
Per quanto periferia, però, la sua rappresentazione ricorda più Truman Show che i disperati casermoni, poichè è mostrata attraverso quartieri borghesi fatti da villini monofamiliari, con bei salotti, giardini curati in cui si tengono conviviali cene tra amici.
La particolarità sta nel sostrato di rabbia folle, di risentimenti profondi e di rimpianti disperati che fa da sfondo ad ogni scena in cui gli adulti si esprimono quando non passano alla violenza vera e propria per un nonnulla. La volgarità, l’indolenza, la falsità dei rapporti umani è la costante raffigurata da interpretazioni sovraeccitate, sopra le righe.
Le vittime sono i piccoli che devono crescere rapidamente, seguendo i genitori immaturi ed incapaci di trasmettere loro valori, in balia di pornografia, narrazioni e stili consumisti e triviali, impossibilitati a mantenere la serenità che dovrebbe essere tipica dell’età.
Questo quadro desolante e rabbioso è immerso in un paesaggio surreale, realistico eppure straniante, grazie alla fotografia di Paolo Camera, e ad una sceneggiatura che sposta i riferimenti dello spettatore. Il finale sconvolgente è un colpo allo stomaco ma è vero oppure è un prodotto televisivo? E’ un sogno oppure una drammatica realtà?