10 risate interrotte troppo presto

Tanti sono i comici che hanno fatto impazzire le platee televisive e cinematografiche. Qualcuno, però, ha avuto una vita troppo breve e troppo intensa che li hanno portati ad una morte precoce. C’è stato tolto tanto dal destino, tante risate che avrebbero reso più belle le nostre vite.

Fuori da ogni classifica va citato Lenny Bruce (1925-1966). Il cabarettista americano non ha mai recitato in un film, ma va inserito nella lista per la splendida opera di Bob Fosse (Lenny-1974) che ci ha raccontato la sua vita e quanto sia stato importante per la cultura pop americana degli anni sessanta.

Per motivi completamente diversi inseriamo anche Francesco Nuti (1955). Il suo infortunio nel 2006 l’ha colpito così profondamente da rendere impossibile una prosecuzione della sua carriera.

10. Continuiamo con il decimo posto che vede la parità di diversi artisti.

Chris Farley (1964-1997) Il suo idolo era Belushi ed ha ripercorso tutte le tappe della sua vita artistica. Lanciato dal Saturday Night Live, passato al cinema, ma schiavo di droghe ed alcool che ne hanno spezzato l’esistenza a soli 33 anni.

Con lui si può ricordare John Ritter (1948-2003) che ha iniziato con ruoli romantici in E tutti risero passando poi a serie televisive comiche come Tre cuori in affitto e 8 semplici regole. Era, però, un attore versatile capace di frequentare ruoli drammatici in polizieschi e, persino, horror. Il suo vertice lo raggiunge in una magnifica commedia di Edwards, Skin Deep (1989).

9. Jacques Villeret (1951-2005) Notissimo in Francia, ha recitato in tantissimi film passando di genere in genere con disinvoltura ed intelligenza. Tuttavia, la fama gli è stata donata maggiormente dalle sue curiose interpretazioni comiche in cui la sua fisicità si esprimeva compiutamente. Un’emorragia epatica lo ha stroncato a soli 54 anni.

8. Gilda Radner (1946-1989) E’ stata famosa perchè fu tra le fondatrici del Saturday Night Live e per il suo matrimonio con Gene Wilder, ma era anche un’interprete dai tempi comici notevoli, dotata di grande intelligenza, una delle teste pensanti del più importante programma comico della storia televisiva americana. L’ha sottratta alla vita un tumore.

sempre allo stesso posto troviamo anche Lou Costello (1906-1959) nome d’arte di Louis Francis Cristillo. E’ diventato famosissimo in coppia con Bud Abbott dal 1939 al 1957. In Italia erano noti con il nome di Gianni e Pinotto. Il loro marchio di fabbrica era la parodia di film famosi, soprattutto del genere horror (Frankenstein, Uomo Lupo ecc.). I loro rapporti si ispiravano molto a Laurel e Hardy, anche se mancavano totalmente della vis distruttiva e della genialità comica. Lou era l’anima buffa tra i due. Dopo la fine della coppia, Costello, analogamente ad Abbott, ha avuto seri problemi con la finanza per evasione fiscale e poco tempo dopo è morto a causa di un arresto cardiaco.


7. John Candy (1950-1994) Canadese, seppe muoversi nell’ambito della comicità fisica di Belushi, ma sapeva svariare anche in altri campi, poichè era anche scrittore e sceneggiatore. Dopo una serie di show tv, è passato al cinema in ruoli di secondo piano che lo hanno però portato alla ribalta, grazie anche al corpaccione invasivo e comico. Caratterista in La piccola bottega degli orrori, Splash, 1941 allarme ad Hollywood, Balle spaziali, ottiene finalmente la possibilità di essere protagonista in opere come Io e zio Buck e, soprattutto, Quattro sottozero. Peccato che la morte lo abbia preso troppo presto poichè stava dimostrando di avere un talento più ampio. Candy è morto nel sonno a Durango (Messico), mentre girava le riprese del film Wagons East! L’autopsia rivelò che era allo stadio terminale di malattie cardiache e aterosclerosi avanzata, che provocarono un’embolia coronarica, portando a un infarto miocardico e a una aritmia cardiaca fatale.


6. Coluche (1944-1986)  nome d’arte di Michel Gérard Joseph Colucci. Francese, celebre per la sue battute salaci e la sua irriverenza verso i politici, ottiene parti interessanti che lo rendono molto amato in patria grazie alle collaborazioni con Claude Zidi e Claude Berri. Lo nota anche Dino Risi che lo sceglie per due film: Dagobert e Scemo di guerra. In quest’ultimo lavora al fianco di Beppe Grillo con cui ha una forte analogia. Nel 1981 si candida alla presidenza della Francia con modalità che poi saranno usate dallo stesso Grillo. Si ritira dopo che i sondaggi lo accreditano di un 18% di consensi, anche sulla spinta di pressioni tra cui l’omicidio di uno dei suoi collaboratori. Il suo motto era”Tous ensemble pour leur foutre au cul avec Coluche” (cioè, “tutti insieme per mettergliela in culo con Coluche”). Nel 1983 riceve il Premio César come migliore attore per la sua interpretazione nel film Ciao amico (Tchao pantin). Muore per un incidente stradale mentre guidava la sua adorata motocicletta, una delle sue grandi passioni.


5. Andy Kaufman (1949-1984) Ha fatto solo cinque film e partecipato ad una sitcom (Taxi) che lo ha portato ad un immenso successo. Poca roba, quindi, per meritarsi una classifica. Ma (come ha dimostrato la pellicola su di lui Man on the moon di Milos Forman) la sua comicità era unica, sconvolgente, stanislavskiana (se si può definire così). Ha saputo superare ogni limite, sfidare il pubblico per il suo divertimento, per un senso della vita inimitabile. Si sono diffuse leggende sulla sua morte che molti sostengono non essere vera, proprio per il suo gusto dello scherzo. La verità è che è deceduto per un tumore ai polmoni a soli 35 anni. Il personaggio di Latka, il meccanico greco di Taxi, è il suo marchio di fabbrica.


4. Massimo Troisi (1953-1994) La fama è giunta con la televisione quando con il gruppo La smorfia, diventò il personaggio principale dello show Non stop. Da lì il cinema con un film che svoltava rispetto alla sua precedente produzione teatrale e televisiva. Ricomincio da tre ebbe un accoglienza trionfale e portò sullo schermo il personaggio indolente ed indeciso che sarà tipico di Troisi.  Il film ottenne premi come il David per la regia ed il film, nonchè Nastri d’argento ed altri. Nel 1984 in coppia con Benigni dirige Non ci resta che piangere, caposaldo della comicità italiana degli anni ottanta ed enorme successo. Gli anni successivi la malattia cardiaca di cui è affetto fin da bambino non gli impedisce altre regie (con incassi minori) e collaborazioni attoriali con personaggi del calibro di Scola, con cui girerà tre volte. I problemi cardiaci si fanno risentire, ma non gli impediscono di dedicarsi anima e corpo ad un progetto cui tiene moltissimo Il postino. Per evitare l’affaticamento ulteriore, la regia viene affidata a Michael Radford. Troisi, però, non si risparmia e finisce il film spossato. Muore per un attacco cardiaco 12 ore dopo aver terminato il film che sarà accolto trionfalmente negli Stati Uniti. Massimo Troisi viene candidato come miglior attore. Una soddisfazione postuma, un rimpianto eterno.


3. Roscoe Arbuckle (1887-1933) 190 Kg per 1.78 d’altezza: un corpo enorme che non passava inosservato nei film. Eppure ci volle l’intuito di Mack Sennett che lo impose nei Keystone Cops. Da lì una carriera in ascesa, trionfale ed ininterrotta (così almeno sembrava) All’apice, Arbuckle fu scritturato dalla Paramount Pictures con un lauto contratto di ben 5.000 dollari a settimana (1919). Nel 1921 una giovane ragazza muore dopo essere stata con Arbuckle durante un selvaggio party in cui navigavano alcool e droga a tutto spiano. La donna muore per ferite interne. I processi non dimostreranno alcunchè a carico di Arbuckle, ma non seppero neppure chiarire le cause esatte della morte. L’assoluzione non salva la carriera del comico che finisce in breve tempo rovinato e dimenticato, simbolo del malaffare tipico di Hollywood. Sull’onda di questo e di successivi scandali viene approvato il codice Hays, un insieme di norme censorie sul cinema. L’unico amico che resta vicino all’attore è Buster Keaton. Arbuckle riesce a tornare al cinema solo nel 1931, senza successo però. Muore per un attacco cardiaco a 46 anni.


2. John Belushi (1949-1982) Di lui abbiamo parlato diffusamente nel post dedicato alla sua persona ed al suo mito. Vi rimandiamo ad esso e vi lasciamo un brano di un suo film. http://www.ifellini.com/10-ricordi-di-john-belushi/

1. Peter Sellers (1925-1980) Maestro dei travestimenti eppure uomo senza qualità. Genio della comicità, ma uomo impossibile. Questo era Peter Sellers, un coacervo di contraddizioni e di doti recitative immense. Di lui si ricorda il fantastico indiano Hrundi V. Bakshi di Hollywood party e lo spassosissimo ispettore Closeau del ciclo della Pantera Rosa, ma anche il mistico Chance Giardiniere di Oltre il giardino. Tre film che lo rappresentano perfettamente insieme alle metamorfosi di Il dottor Stranamore. La sua personalità resta ancora un mistero. E’ morto per infarto a 55 anni.

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