Un gladiatore salva gli dei dell’Olimpo (Attacco al potere – Olympus Has Fallen)

di Gianfranco Angelucci

“Andiamo a riprenderci casa nostra”, afferma con sicumera sprezzante il capo dei Seals (Navy Seal, Air and Land forces), l’invincibile corpo speciale degli Stati Uniti in volo verso la Casa Bianca caduta in mano ai terroristi. Non un solo elicottero riuscirà ad atterrare, annientati dallo stesso micidiale apparato di difesa della residenza del Presidente americano. La cellula combattente di un gruppo estremista nord coreano (ottima la coincidenza con l’attuale teatro di guerra nel sud est asiatico) è penetrata nel sancta sanctorum del potere mondiale, sterminando l’intero corpo di sorveglianza, e prendendo in ostaggio il Presidente nel suo impenetrabile bunker a 30 metri sotto terra. Un piano d’attacco, tra cielo e terra, di impressionante efficienza e perfezione; i caccia dell’Air Force messi fuori uso in pochi istanti, e il quadrimotore degli assalitori che, compiuta la missione, affonda nei grattacieli della metropoli provocando una catastrofe simile all’11 settembre. Washington è in fiamme, l’Occidente è in scacco: o il capo delle Forze Armate americane ritira nel giro di un’ora i 25.000 soldati stanziati in territorio coreano e la flotta al largo delle coste, oppure il Presidente morirà; e le centinaia di postazioni atomiche disseminate capillarmente negli Stati Uniti, attivate da un codice segreto, scateneranno un’esplosione nucleare di tali proporzioni da cancellare il nord America dalle carte geografiche. Il portavoce della Casa Bianca nominato Acting President (Morgan Freeman), non ha altra scelta; gli stretti collaboratori catturati insieme al Presidente (Aaron Eckhart) vengono giustiziati in diretta video con un colpo di pistola alla testa. Soltanto un uomo (Gerard Butler), che già faceva parte della scorta presidenziale e porta su di sé l’onta di non essere riuscito a salvare la first lady durante un fatale incidente, si trova nella posizione di rovesciare la sorti e salvare i destini del mondo. Lo farà, con il coraggio e la determinazione dell’eroe, combattendo da solo contro i terroristi in delirio di onnipotenza, e la bandiera a stelle e strisce sventolerà di nuovo sul tetto della Casa Bianca malconcia ma non doma. E noi? Abbiamo assistito per due ore esatte a un fumettone che ci ha tenuti inchiodati alla poltrona, con una sceneggiatura barcollante, dialoghi improbabili, protagonisti caricaturali. “Come va?” Chiede garbato l’eroe chiamando dal cellulare la moglie (Radha Mitchell) prima del supponibile sacrificio finale. E lei, infermiera circondata dalle sanguinanti vittime della carneficina: “Una giornata faticosa, e la tua caro?” Eppure la macchina cinematografica funziona: impianto di ripresa, tempi e azioni da manuale; impiego senza risparmio di armi avveniristiche, droni, mastodontici elicotteri, e abile profusione di effetti speciali, persino l’obelisco di granito dei giardini della Casa Bianca che si sbriciola a vista come un biscotto. Uno spettacolo avvincente condotto con mano ferma da Antoine Fuqua, regista indistinguibile da cento altri, esemplare figura professionale che non sarebbe neppure ipotizzabile nel nostro cinema intellettualoide. “Attacco al potere” (titolo inglese “Olympus Has Fallen”) è il risultato di un’industria dello spettacolo che lascia ammirati per la suo muscolosità. Con un paio di considerazioni a margine: beato quel Paese che non deve sperare ogni volta in Superman; beato quel pubblico che si emoziona più volentieri agli effetti speciali dell’animo umano.

Potrebbe piacerti anche...

1 Response

  1. edoardo scrive:

    Sono impressionato dalla qualità

     

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Email