Wish i was here. Maliconico addio

Il nostro parere

Wish i was here (2014) USA di Zach Braff

Il protagonista di Scrubs (serie televisiva comica ambientata in ospedale cui Braff dedica un simpatico cameo) è diventato uomo. Vicino ai 40 anni (ora li ha superati ma il film è di tre anni fa) comincia a guardare il mondo con occhi diversi, affrontando tematiche più adulte. Anche con l’esordio di La mia vita a Garden State parlava di un uomo irrisolto, incapace di trovare una sua dimensione, ma qua arricchisce il tutto con riflessioni mature, con problematiche ampie.

Il suo personaggio, Aidan, ha una famiglia che non riesce a mantenere perché non sfonda come attore. Dipende, invece, dalla moglie che sopporta un lavoro noioso e stressante per permettergli di inseguire i suoi sogni. Che restano tali perché non vi è un happy end incongruo, ma solo una dissertazione su come superare le difficoltà per diventare una persona completa. Per fare questo deve confrontarsi con la grave malattia del padre. L’uomo, vedovo da diversi anni, non riesce a comunicare con i figli con cui vive il classico rapporto di odio-amore che troverà il suo compimento nel distacco finale.

Il film è malinconico ma ben dosato confermando il discreto talento registico dolente di Braff. L’attore ha una sua cifra stilistica e non è poco. L’importante è non ripetersi.

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