Viaggio da paura. Occhi sul medioriente

Il nostro parere

Viaggio da paura (2015) EAU di Alì F. Mostafa

Omar, Rami e Jay partono in auto da Abu Dhabi per Beirut dove c’è la tomba di un amico comune.  Tra fermi di polizia, avventure sentimentali e persino un coinvolgimento diretto nella guerra civile siriana, i tre protagonisti raggiungeranno la loro meta, abbandonando alle spalle la giovinezza per entrare nel mondo degli adulti.

Diretto dal giovane Alì Mostafa, Viaggio da Paura  presenta una regia frizzante, moderna e avvolgente. L’uso del piano-sequenza e della musica costituiscono elementi di rottura rispetto ai ritmi compassati del tipico cinema mediorientale. Inoltre, la sceneggiatura affronta con ironia e leggerezza (non superficialità, perché i giganteschi problemi dell’area vengono  squadernati senza ideologismi) la differenza tra le nazioni arabe, il dolore della perdita, la diversità culturale e ambientale di un mondo che gli occidentali tendono a vedere con occhio appiattente.

Sorvoliamo sul titolo italiano che tende ad accostarlo ai teen movie demenziali made in USA. Qua siamo su un altro livello.

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