Tomb raider. Nuova anima senz’anima

Il nostro parere

Tomb raider (2018) USA di Roar Uthaug

Lara Croft, figlia ribelle di un miliardario scomparso da molti anni nel nulla, trova un misterioso indizio che potrebbe farle scoprire come è finito il genitore. Si catapulta così in estremo oriente dove raggiunge fortunosamente un’isola su cui dovrebbe esserci la tomba di una principessa leggendaria con straordinari poteri. Sull’isola trova un gruppo di mercenari alla ricerca di questa tomba e ma scopre che il padre non è morto. Insieme dovranno scongiurare che l’apertura della tomba possa essere la fine del mondo.

Reboot del precedente tentativo (2001) di portare il videogioco sullo schermo, Lara Croft assume una dimensione più umana, meno da superoina impeccabile come appariva con il volto di Angelina Jolie. La complicatissima vicenda (c’è da chiedersi come mai tante associazioni segrete smaniano per distruggere il mondo) è abbastanza farraginosa, così come le improabili evoluzioni della protagonista che è sempre sul punto di ammazzarsi, ma grazie ad un incredibile dose di fortuna, riesce sempre a spuntarla. Il cattivo manierato al punto da essere ripetitivo e la manciata di buoni sentimenti d’accatto che albergano in Lara rischiano di annoiare, ma una buona dose di adrenalina in alcune scene d’azione riescono a tenere a galla un prodotto che è troppo debitore di Indiana Jones per essere interessante.

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