Storie pazzesche. Storie di ordinaria follia

Il nostro parere

Storie pazzesche (2014) ARG di Damian Szifron

Almodovar ha prodotto questo film trovandolo in piena sintonia con le sue prime opere (anche le ultime visto l’episodio iniziale che ha qualcosa in comune con Gli amanti passeggeri), ovvero una libertà totale di provocazione, uno spirito dissacrante e corrosivo.

Szifron smonta la società con alcune vicende esemplari che contraddicono il sentire comune, il “buonismo” usando l’arma del grottesco e della provocazione. La rabbia, secondo il regista, è l’elemento comune delle diverse storie, una rabbia catartica che porta sempre a gesti estremi. La sensazione è che siamo preda del caos, incapaci ormai di dominarci, prigionieri di una società imbarbarita, violenta e dissoluta, dove dominano i disvalori. Non a caso, l’ingegnere Simon ottiene tutto ciò che dovrebbe spettargli solo ricorrendo ad una bomba, mentre la sua civile protesta viene scambiata per estrema violenza.

Queste esplicite contraddizioni sono la forza del film che provocando ci fa ridere, sorridere e preoccupare per ciò che siamo diventati.

Ritmo vibrante, mano sicura nella regia, sceneggiatura brillante, attori in palla (abbastanza facile quando si gioca sull’esagerazione, ma non è un demerito): altre doti di un film coraggioso.

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