Non sposate le mie figlie. Politicamente troppo corretto

Il nostro parere

Non sposate le mie figlie (2014) FRA di Philippe De Chauveron

Una coppia non più giovane con quattro figlie. Le prime tre sono sposate rispettivamente con un ebreo, un arabo ed un cinese. I due genitori confidano nella quarta per avere un vero matrimonio cattolico, in chiesa, con un classico francese. Il matrimonio in chiesa ci sarà ma lo sposo è nero, ivoriano per la precisione. L’organizzazione dell’evento si complica per i problemi della coppia di genitori accoppiati alla rispettiva diffidenza che i consuoceri hanno.

Il padre della sposa è un gollista, nazionalista che non vede di buon occhio i neri; il padre dello sposo rinfaccia ai bianchi il passato coloniale con pregiudizi opposti e speculari.

Naturalmente, tutto è bene quel che finisce bene. E lo si capisce fin dalle prime battute, quando i tre generi litigano furiosamente per poi ritrovare l’unità e la concordia con una facilità a dir poco sospetta. E anche il suocero, interpretato da Cristian Clavier, si adatta fin troppo facilmente alle figlie per essere un vero razzista, convertito all’ultimo momento.

Alcune battute sono buone e vi sono momenti piacevoli, ma nel complesso è un’opera convenzionale, abbonata al politicamente corretto che non dice molto.

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