L’uomo invisibile – Rivisitazione

Il nostro parere

L’uomo invisibile (2020) USA di Leigh Whannell

Intrappolata in una relazione violenta con un brillante scienziato, Cecilia Kass scappa nel cuore della notte facendo perdere le sue tracce. Nel frattempo, l’uomo sta escogitando un diabolico piano.

La Blumhouse si è affermata tra le case produttrici indipendenti grazie ad un serie di successi che hanno come unico assunto la semplicità. Tutte le pellicole si basano su un’idea forte intorno alla quale si costruisce un’atmosfera senza grandissimi effetti speciali, puntando sulla tensione piuttosto che sul gore.

Così è per questa rivisitazione di un classico dell’horror che ricorda tanto lo stile di inizio del genere, quando bastava una luce sinistra, un oggetto per calamitare l’attenzione dello spettatore. Per larga parte dell’opera, dobbiamo solo immaginarci il cattivo che si rivela con piccoli gesti. Per la maggior tempo è davvero invisibile, al punto che cominciamo persino a dubitare della sanità di mente di Cecilia.

Idea forte e un buon finale. In questo modo Blumhouse riesce ad essere efficace.

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