L’ufficiale e la spia – Ciò che è giusto

Il nostro parere

L’ufficiale e la spia (2019) FRA di Roman Polanski

Nel 1894, il capitano francese Alfred Dreyfus, quarantenne ufficiale di origini ebraiche, viene ingiustamente accusato di tradimento e spionaggio, e condannato all’ergastolo da scontarsi sulla temibile Isola del Diavolo, nella Guyana francese.

In controluce c’è il tentativo di accreditarsi come vittima, al pari di Dreyfus, per il processo e la “persecuzione” che l’America gli riserva? Che importa? Perchè questo film, al netto delle polemiche sul regista, è un grande film per due aspetti. Il primo, impressionante, è l’accuratezza della messa in scena, la straordinaria fotografia di Pawel Edelman accompagnata dalla bellissima colonna sonora di Alexandre Desplat.  Il secondo è il notevole lavoro degli attori, misurati e rigorosi nel restituire l’essenza di tutti i personaggi, magari tratteggiati ma mai banalizzati nei loro comportamenti.

La bellezza dell’opera sta proprio nell’aver reso l’epoca e gli uomini, senza manierismi, divisi tra loro non tra buoni e cattivi, ma tra coloro che si sottomettono ai principi e ai valori e chi, invece, si sottomette al potere e all’arbitrio. Certamente, la folla odiosa che ti attacca e insulta sulla base di pregiudizi e non per i fatti, è un chiaro riferimento alla sua esperienza personale, ma Polanski non perde mai di vista il centro della sua storia, il peso di un’ingiustizia che anticipa la grande tragedia del ventesimo secolo.

Dujardin è alla sua interpretazione più matura e completa, supportato da un cast di caratteristi tutti nella parte.

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