Dolor y gloria – Io

Il nostro parere

Dolor y gloria (2019) SPA di Pedro Almodovar

I ricordi si assiepano ovunque nella vita di Salvador Mallo, regista cinematografico, e lo riportano all’infanzia a Valencia negli anni Sessanta, così come agli inizi della sua carriera, nella Madrid degli anni Ottanta.

Il regista spagnolo ha detto che il “tasso di autobiografia [che] c’è in Dolor y gloria […] sul fronte dei fatti è il 40 per cento, ma per quello che riguarda un livello più profondo, si tratta del 100 per cento” aggiungendo poi che “In tutti i posti dove il personaggio di Antonio è stato, ci sono stato anche io, la casa di Salvador è una copia della mia, ci sono i miei mobili, i miei quadri, tutto quello che nel film non ho vissuto potrei però averlo vissuto”

Che il film sia un’immersione nel profondo del proprio animo lo si capisce fin dalle prime immagini ma il vero colpo di genio di Almodovar è di illuderci della finzione per abbattere la famosa quarta parete con una fitta al cuore, quando svela ogni cosa colpendoci nel profondo.

Ogni volta che un film prende la strada del metacinema si confronta inevitabilmente con Fellini e gli echi felliniani sono presenti sempre qua e là, mescolati con la cultura personale ed i riferimenti iconografici di Almodovar. Tuttavia  il regista non perde mai il suo tocco personale e sa sondare l’animo del protagonista con una delicatezza ed una forza congiunta, straordinari a tracciare la fragilità umana e la grandezza del gesto artistico.

A questo viaggio interiore presta il volto Antonio Banderas, dolente e malinconico, perfettamente in parte, rivitalizzato dalla presenza del suo mentore in una interpretazione tra le migliori della sua carriera, come da troppi anni non gli vedevamo fare, chiuso com’era da una routine grigia che disperde il suo talento attoriale, rinato in questo frangente.

Commovente e riuscito Dolor y gloria sembra prospettare una nuova fase della carriera del regista. Se Julieta, infatti, mostrava già la tendenza ad uscire dai canoni del melodramma per puntare sull’introspezione, qua siamo in continua evoluzione poichè all’aspetto riflessivo, si unisce una qualità nella messa in scena e una finezza nella gestione dei personaggi largamente migliore rispetto al passato.

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