L’isola della perdizione. Il peccato originale

Il nostro parere

L’isola della perdizione (1931) USA di William Wellman

Melodramma classico. Gilda è una ragazza di New Orleans costretta a fare la prostituta dalle condizioni economiche. Accusata di aver assassinato Piet Van Saal, l’uomo che ha decretato la fine della sua carriera di segretaria e responsabile del suo ingresso nel mondo della prostituzione, fugge nei Caraibi aiutata dal suo vecchio fidanzato Carl. Piet, però, non è morto e la ritrova nell’isola mentre lei, sempre più disperata, attende il ritorno di Carl, imbarcatosi per alcuni mesi. La fine è drammatica.

Film senza grandi vette, ma professionale. L’intreccio vagheggia punizioni divine per chi non riesce a mantenere la propria virtù. Se il retropensiero è questo, non mancano battute argute ed espliciti riferimenti allo spirito “animale” dell’uomo, tratteggiato senza simpatia. Molto “libero” nei riferimenti sessuali e nella rappresentazione della prostituzione. Si vede bene che il codice Hays non era ancora stato attivato.

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